Francesco Ferraro, lo sport insegna a non arrendersi mai
17 Febbraio 2021In questo periodo il mondo del fitness è messo a dura prova dal Coronavirus: palestre chiuse e limitazioni negli spostamenti e negli incontri tra persone limitano l’attività tradizionale dei professionisti del settore. In questo contesto, gli esperti di attività motoria (come i personal trainer, i coach e i fisioterapisti) possono svolgere la loro professione grazie soprattutto alle nuove soluzioni digitali.
Esistono numerose alternative che, rispettando tutte le indicazioni del DPCM, permettono a queste figure professionali di rimanere in attività. Eccone alcune:
- Allenamenti all’aperto
- Sessioni di allenamento dal vivo
- Sessioni di allenamento Online
- Allenamenti all’aperto
Rimane sempre possibile allenarsi all’aperto, sia nei parchi sia nei centri adattati per l’attività all’aperto, a patto che vengano rispettate le vigenti norme di sicurezza e l’allenamento si svolga in forma individuale. In Zona Rossa è poi necessario anche essere nei pressi della propria abitazione.
Non saranno possibili i contatti fisici tra e con i clienti e non sarà possibile allenarsi in piccoli gruppi di persone distanziate, ma sicuramente sarà una delle prime cose che tornerà possibile al miglioramento della situazione.
Il potersi allenare all’aperto può risultare anche un aspetto mentale molto importante e stimolante per i clienti.
- Sessioni di allenamento dal vivo
Proseguono anche le attività di allenamento One-to-One, anche al chiuso nel caso riguardino attività che possano fungere da presidio sanitario obbligatorio (fisioterapia o riabilitazione) o rientranti nei livelli di assistenza essenziali.
- Sessioni di allenamento Online
Le chiusure e le limitazioni nelle palestre obbligano tutti i professionisti del settore a riorganizzarsi: se si vuole vedere il bicchiere mezzo pieno, questa situazione può essere vista come un’opportunità per testare il coaching online o a distanza. Il coaching online infatti garantisce di gestire i propri clienti attuali ma anche di espandere la propria clientela, garantendo una fonte di reddito diversificata nel momento in cui sarà possibile rientrare nelle strutture.
Il coaching online inoltre è flessibile e può adattarsi a tutte le esigenze: si possono assegnare allenamenti a corpo libero o basati sull’attrezzatura che dispone il cliente a casa, oppure utilizzare oggetti di uso quotidiano (come scope, sedie e bottiglie).
É fondamentale però disporre dei mezzi necessari per poter gestire i propri clienti a distanza e monitorare i loro progressi. Munirsi di un software per personal trainer può essere la scelta più comoda e utile per ottimizzare al meglio la comunicazione con il cliente.
Il Dottor Francesco V. Ferraro ha ricevuto una formazione transdisciplinare internazionale sia nel Regno Unito che in Italia ed è considerato un ricercatore di spicco nel campo nelle scienze motorie ed in particolare in fisiologia, biomeccanica e pedagogia. Dopo essere stato assunto come manager delle ricerche cliniche presso il Nuffield Health Hospital e come docente ricercatore alla Bournemouth University, il Dott. Ferraro vanta una vasta esperienza clinica e accademica. Ha conseguito la laurea in Scienze Motorie presso l’Università degli Studi di Roma Foro Italico e ha completato gli studi con un Master (cum laude) in Scienze Motorie per la Prevenzione e il Benessere presso l’Università di Napoli Parthenope. Successivamente è stato premiato col dottorato di ricerca in fisiologia e biomeccanica presso l’Università di Bournemouth (Regno Unito) con una tesi sugli effetti dell’allenamento muscolare inspiratorio sull’equilibrio e sulla mobilità funzionale negli anziani. Ha ricoperto incarichi come ricercatore in visita e docente per il Dipartimento di Scienze dello Sport e dell’Esercizio in varie università tra cui Napoli Parthenope e la Riphah International University di Islamabad. Col tempo, il Dott. Francesco V. Ferraro ha creato un folto network di collaborazioni internazionali e progetti finanziati dall’Unione Europea. Recentemente sta esaminando gli effetti a lungo termine di un pioneristico intervento robotico di protesi all”anca, e parallelamente lavora a nuovi interventi di ricerca e prevenzione per terapie motorie volte al recupero funzionale in pazienti con Covid-19.
Come ha gestito e gestisce il dottor Francesco Ferraro la paura del contagio ed il forte disagio legato alle misure restrittive?
Credo di parlare per tutti dicendo che l’emergenza da COVID-19 è stato un fenomeno che ci ha investito con prepotenza facendoci ripensare alle priorità della nostra vita.
Personalmente lavoro tra l’università e l’ospedale e quando siamo entrati in lockdown sul finire di marzo (ricordo a chi legge che vivo e lavoro in Inghilterra dove il lockdown è iniziato qualche settimana dopo rispetto all’Italia) in poco tempo ci siamo dovuti subito adattare. Non potevamo più proseguire con le nostre ricerche e tutta la chirurgia elettiva era stata bloccata, così che i reparti potevano concentrassi sui pazienti COVID.
I primi mesi sono serviti ad incassare il colpo, per così dire, per ristabilirci da questo morbo che ci ha spiazzati. Ecco allora che ci siamo adoperati con sistemi ti didattica a distanza, di meeting online e anche con i pazienti sono riuscito ad instaurare un rapporto, se così possiamo definirlo, a distanza.
Oggi mi trovo nel terzo lockdown anglosassone, sempre lavorando da casa siamo riusciti a completare alcune delle nostre ricerche. Sono stato estremamente felice di vedere che anche i nostri pazienti meno abituati all’uso di tecnologie come smart phone e computer siano riusciti e seguirci attraverso telefonate, chat e video esplicativi su youtube. La biologia, d’altronde, ci insegna che l’essere umano è un animale estremamente adattabile e anche in questa situazione ne abbiamo avuto la prova. Non si può immaginare la gioia di sentire i propri pazienti, che uscivano da un intervento chirurgico impegnativo all’inizio di marzo, allenarsi e impegnarsi completamente da soli come non avrebbero certamente fatto (parlo per esperienza aimè diretta) nelle normali sessioni di fisioterapia. Per quanto invece concerne l’aspetto più ludico dell’attività motoria mi sono adoperato un po’ per hobby un po’ per esperienze pregresse con i social per condividere allenamenti semplici che si possono fare da casa. Ecco allora che il mio avatar su Instagram (Ferraro Trainer) è diventato una raccolta di esercizi callistenici con sedie, mazze di scopa e bottiglie d’acqua. Un’esperienza per me nuova essendo per lo più abituato a palestre, campi da calcio, basket e ospedali, ma non per questo meno appagante e divertente. Per quanto concerne la paura del contagio sono felice di poter dire che tra pochi giorni riceverò la prima dose del vaccino e spero che questo possa aiutare non tanto me, ma tutte le persone anziane o con patologie gravi che vivono segregate in casa per il rischio di contrarre l’infezione da Covid. Alla mia età e per il lavoro che faccio, il vaccino è un atto d’amore per gli altri.
Come giudica la scelta di Mario Draghi, nuovo Premier, di non contemplare nella sua compagine governativa un Ministro dello Sport?
Personalmente seguo poco le notizie che vengono dall’Italia, ho già un bel da fare a seguire quelle Inglesi, non meno confortanti. In termini di politica poi non sono un esperto in materia ma sono rimasto turbato dalla caduta del governo Conte-bis, così improvvisa e inaspettata in un momento estremamente delicato per il paese. Però nutro piena fiducia nel presidente del consiglio Mario Draghi, che può fare bene in Italia come ha già dimostrato in Europa. Sono felice di vedere un governo europeista e percepisco un desiderio del CONI di rendersi indipendente dal Ministero dello Sport. Quindi spero che il CONI possa acquisire maggiore valore e diventare baluardo dello sport nel nostro paese, sperando di poter presto tornare a vincere a livello internazionale.
Cosa le ha insegnato lo Sport per la vita?
Tre cose sicuramente ho imparato con lo sport. La prima, non arrendersi mai. La partita finisce quando l’arbitro fischia diceva Boškov, allo stesso modo nella vita non bisogna arrendersi non importa quanto sia difficile il percorso che abbiamo davanti. La seconda, l’umiltà. Puoi essere il più bravo di tutti, ma se non sarai umile nessuno ti rispetterà e quando le luci si spegneranno, resterai solo un bravo giocatore ma arrogante. La terza ed ultima, il rispetto. Nello sport come nella vita bisogna avere rispetto per chiunque ci stia davanti, non importa che questo sia un esperto/a in materia o l’ultimo/a arrivato/a, chiunque può insegnarci qualcosa.