Francesco Sgarbi, il volley nel sangue: una vita per lo sport

Francesco Sgarbi, il volley nel sangue: una vita per lo sport

18 Aprile 2025 Off Di Marco Magliulo & Pasquale Maria Sansone

Coach del Viadana volley Francesco Sgarbi vanta un glorioso percorso nell’Udas Cerignola, nel Polriva, nel L J Volley e nel Modena volley è l’esempio che si possono raggiungere alti obiettivi nello Sport anche scegliendo una dieta vegetariana.

Giocare ed allenare. Per lei è stato più semplice fare l’una o l’altra cosa?

Per quanto si parli dello stesso sport allenare e giocare sono due mondi estremamente diversi. Un po’ per l’età: a giocare inizi da ragazzo e ti stai formando il carattere, da allenatore generalmente arrivi da persona più matura. In generale da giocatore hai la responsabilità della tua prestazione e vivi la pressione più circoscritta al momento della gara. Mentre allenare da una pressione costante, e richiese abilità che vanno oltre la sfera tecnica (rapporti coi dirigenti, staff, medie ecc). Quindi ritengo che allenare per quanto gratificante sia estremamente più complessa come attività che giocare.

Uomini e donne, che non è la celebre trasmissione di Maria de Filippi ma la premessa ad un’altra domanda. Per quella che è la sua esperienza nel Volley si è trovato meglio con squadre maschili o femminili visto che ha allenato le une e le altre?

Aver avuto la possibilità di allenare uomini e donne di buon livello è stata un’opportunità unica che mi ha fatto crescere molto. Al di là degli aspetti tecnici e tattici che ovviamente richiedono qualche aggiustamento in relazione alle differenti caratteristiche fisico atletiche, quello che ho notato maggiormente come differenza è l’approccio psicologico alla gara, alle prestazioni e più in generale al lavoro. Impossibile dare una preferenza netta, mi trovo a mio agio in entrambe le situazioni.

Quando e come si è avvicinato al mondo della Pallavolo?

Ho iniziato a giocare da molto piccolo quasi per caso. Pian piano la passione è aumentata insieme alle soddisfazioni. Il passaggio da giocatore ad allenatore è stato naturale, in quando ho sempre avuto molto interesse nello studio della tecnica della tattica e nelle metodologie di insegnamento.

Il nostro è un giornale di salute, per cui è d’obbligo la domanda sulle abitudini alimentari. Prima da atleta e poi da coach come si alimenta?

Premetto che ormai da più di 15 anni sono vegetariano. È una scelta etica che non riguarda la sfera salute/sport. Prima da atleta e ora da allenatore stando attento a fare le cose con metodo non ho mai avuto bisogno di integratori o altro per poter svolgere attività e avere valori nella norma, questo per ribadire che si può svolgere un’attività sportiva di livello anche seguendo questa tipologia di dieta. In linea generale penso che nello sport come per stare in salute nella vita l’alimentazione sia qualcosa di fondamentale, soprattutto in periodo storico in cui c’è tanta possibilità di scelta. Penso che agli atleti e non solo, andrebbe fatta più formazione su questo aspetto.

Quali sono i suoi progetti per il futuro?

Non ho progetti particolari, spero di continuare il mio percorso di crescita professionale mantenendo sempre la voglia di mettermi in gioco e imparare ogni giorno.