Gabriele Antola, nella Pallavolo la squadra è il centro del gioco
12 Maggio 2022“La pallavolo può essere paragonata all’amicizia: solamente se si è uniti si vince, se invece si è divisi si è destinati a fallire”.
Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un maestro di questo sport: Gabriele Antola.
Da giocatore dopo essere cresciuto nei campionati giovanili di serie A1 ha militato per diversi anni in vari campionati nazionali di Serie B. Dopo la carriera come atleta professionista non ha abbandonato la pallavolo svolgendo diversi ruoli come scoutman, assistente allenatore ed anche capo allenatore.
La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
Io affronto ed ho affrontato in modo molto sereno tutto quella che è stato il periodo covid, sia nella vita privata che in palestra. Mi sono semplicemente adeguato alle regole che via via ci venivano comunicate sia dal governo sia dalla nostra federazione di riferimento. La nostra società ha sempre fatto il massimo per consentirci di a lavorare in sicurezza con continuità. Io personalmente non ho mai avuto paura del contagio e ad oggi ufficialmente non ho evidenze di aver mai contratto il virus.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
Nella pallavolo le restrizioni hanno colpito in modo maggiore le categorie giovanili non di interessa nazionale e dei più piccoli (sotto l’under 14). Per i seniores hanno sofferto particolarmente tutti campionati sotto la serie A. Poiché solo questi appunto hanno potuto continuare gli allenamenti ed i campionati in modo regolare.
Dal punto di vista economico ovviamente è stato complesso per tutti a cascata.
Chi è stato, in famiglia o fra gli amici, a spingerla verso l’attività agonistica? Oppure si è trattato di una sua “folgorazione”, magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
I miei genitori mi hanno sempre spinto a fare sport in qualsiasi forma, poi il livello agonistico è arrivato di conseguenza con il tempo e lo sviluppo delle capacità tecnico fisiche specifiche del mio sport.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
La forza di volontà è fondamentale nello sport, la costanza e l’impegno a lungo termine fanno la differenza sicuramente. Risulta fondamentale anche per il recupero degli infortuni che bisogna metterli in conto nello sport praticato soprattutto a livello agonistico.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
Chi si avvicina alla pallavolo, sceglie uno sport di squadra dove davvero la squadra è al centro gioco. Non si può sviluppare l’azione in solitaria, solo passandosi il pallone si può fare punto e vincere la partita.