Gasti Semenzin: “Non smettere mai di lottare per ciò che si vuole, anche quando le cose diventano difficili”
11 Agosto 2023La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
È chiaro che la fase pandemica ha portato molti problemi nel mondo in generale. In particolare nel mondo dello sport, e più di tutto nello sport dilettante si è sentito un po’ di più. È stato un periodo difficile da affrontare perché nel mio caso, venendo dall’Argentina, pur essendo un dilettante, lo prendo con la serietà di un lavoro o di un professionista. Abbiamo preso tutte le precauzioni sia in periodo di lockdown che quando le restrizioni hanno iniziato a permetterci di riprendere gli allenamenti. Eravamo tamponati regolarmente e prendevamo tutte le prevenzioni, così tutto non siamo riusciti ad evitare il contagio.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
In particolare nel mondo del calcio dilettante, in cui non abbiamo le sicurezze del calcio professionistico, abbiamo sentito più di tutto all’inizio una mancanza di tutela economica (molti stranieri prendono il calcio come un lavoro a tempo pieno anche se è dilettante). Poi con il tempo la situazione si è regolarizzata e sono apparsi gli aiuti di sport e salute, che anche se il processo di ammissione è stato un po’ complicato per molti, che ancora oggi stanno ancora aspettando quell’aiuto, nel mio caso ho potuto entrare nel sistema e ricevere i “bonus”. Poi, quando la situazione si è regolarizzata e siamo stati in grado di tornare a competere parzialmente, tutto è migliorato gradualmente.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Da quando sono nato porto dentro quella passione per lo sport. Non solo per il calcio, ma anche per lo sport in generale. Allo stesso modo, nella mia famiglia erano tutti calciatori, quindi sono stato attratto da questo sport da quando ho memoria. È importante dire che quando uno è piccolo, cresce guardando i grandi atleti, che vuole copiare ed imparare da loro.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
Io sono un convinto che la forza di volontà e la perseveranza siano più importanti delle doti personali. Uno sportivo con un atteggiamento perseverante, desideroso di migliorare, di crescere costantemente e di superare le avversità sempre nel tempo va più lontano di chi rimane con il suo “dono” e non gli aggiunge questo plus. Oggi si vede che i grandi sportivi sono grandi lavoratori e grandi professionisti.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
Se dovessi dare un consiglio sarebbe quello di non smettere mai di lottare per ciò che si vuole, anche quando le cose diventano difficili e sembra che tu sia lontano dal tuo obiettivo. L’essere costante e perseverante ti porta sempre a raggiungere i tuoi obiettivi. Bisogna credere in se stessi e non deviarsi da quella linea. Se uno lo fa con passione e professionalità, è difficile non raggiungere ciò che si vuole.