“Gestione clinica del nodulo tiroideo”
13 Giugno 2019Se ne discuterà domani al “Ruggi” di Salerno. Un forum, promosso dall’azienda policlinico, con gli interventi dei più grandi esperti nazionali della materia.
Più volte sono asintomatici ma, per fortuna, in modo poco frequente si sviluppano in forme tumorali. Il nodulo tiroideo nella maggioranza dei casi è una patologia benigna. Una giornata di studio sulla “Gestione clinica del modulo tiroideo” è stata organizzata dall’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno. L’incontro, che si terrà domani, venerdì 14 giugno, con inizio alle 9, nell’aula “Antonio Scozia” prevede due sessioni di dibattito con i maggiori esperti nazionali dalle Università di Milano, Ferrara, Pisa, Roma, Napoli e Catania. Responsabile scientifico il professor Mario Vitale, direttore UOC Clinica Endocrinologica e Diabetologica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria salernitana.
Ad aprire i lavori il direttore generale, Giuseppe Longo ed i docenti universitari Carmine Vecchione, Francesco Scavuzzo ed Annamaria Colao. Tra i presenti anche il sottosegretario alla Salute professor Armando Bartolazzi che parteciperà alla tavola rotonda sul problema della migrazione sanitaria dei pazienti campani verso altre regioni per patologie tiroidee e non solo.
La giornata di studio, che riconosce 7 crediti di formazione ECM, è rivolta a 70 medici chirurghi in possesso della specializzazione in medicina nucleare, oncologia, endocrinologia, patologia clinica, chirurgia generale, radiodiagnostica, anatomia patologica, a 10 biologi e 20 infermieri. Saranno affrontati i temi più attuali e in particolare l’applicazione dell’ecografia e dei marcatori molecolari nella diagnosi differenziale, le nuove metodiche chirurgiche percutanee per il trattamento dei noduli benigni e le nuove terapie farmacologiche per i tumori iodioresistenti.
Il gozzo nodulare è una patologia estremamente frequente in tutto il mondo e in particolare nelle aree iodio-carenti. In Italia, la sua diffusione è diminuita negli ultimi decenni grazie alle ripetute campagne di sensibilizzazione all’uso del sale iodato e alle disposizioni di legge sulla prevenzione del gozzo endemico e di altre patologie da carenza iodica introdotte nel 2005. La prevalenza del nodulo tiroideo tuttavia rimane molto alta anche a causa della diffusione dell’ecografia del collo che frequentemente svela la presenza di noduli centimetrici o subcentimetrici. Un nodulo tiroideo è quasi sempre una patologia benigna e solo raramente è la sede di un tumore maligno.
Questo pone il problema della diagnosi differenziale affidata all’esame citologico della biopsia con ago sottile. Questa metodica è affidabile ma non consente una diagnosi certa in una percentuale significativa di casi. Metodiche ancillari basate sull’identificazione di marcatori molecolari si stanno affermando nell’uso clinico. Anche la terapia ha subito importanti evoluzioni negli ultimi anni, sia per quanto riguarda l’approccio chirurgico sia per l’introduzione nella pratica clinica di nuovi farmaci. L’elevata prevalenza della patologia nodulare della tiroide incide significativamente sul sistema sanitario pubblico ed ha importanti ricadute sociali.