Gianluca Micozzi: “La pallavolo non è soltanto uno sport ma un amore e una filosofia di vita”
22 Settembre 2023La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
Riguardo la fase pandemica, posso dire chiaramente che personalmente era una situazione nuova data anche la mia giovane età ( quasi 32) . E in molti come me le avranno studiate, sentito parlare.. ma viverla sicuramente ha reso l’idea profonda del concetto di resilienza.
Nel mio caso specifico ero al primo anno da allenatore fuori regione al Volley Club Frascati, nel pieno della competizione regionale giovanile e a metà campionato della categoria di serie.
Dal punto di vista professionale un dramma, poiché l’incertezza del “quando tornare in palestra” ha fatto si che la programmazione sia completamente saltata, e con essa anche gli obiettivi e soprattutto il percorso di crescita degli atleti. Nella stagione successiva è stato permesso di rientrare a tratti ( nella pallavolo ), cercando di ripartire più che puntare a veri e propri obiettivi anche perché, poiché ancora l’incertezza riguardo l’andamento del contagio era ancora molto alta. Nella stagione ancora successiva grazie anche sicuramente all’obbligo della terza dose si è vista una graduale normalità. Personalmente nella fase acuta della pandemia ho cercato di tenere i ragazzi sul pezzo tramite allenamenti sulla parte fisica da casa e analizzando partite assieme a loro in videocall. Insomma ne abbiamo inventate un po’ di tutte.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
Di sicuro le annate che vanno dal 2003 sino ai 2009 nella pallavolo sono quelle più colpite per 2 macro aspetti: le/i più grandi si sono visti saltare il loro anno biologico di categoria under, riprendendolo nell’anno successivo grazie anche alla strategia adottata dalla federazione italiana pallavolo per non far perdere loro la possibilità di svolgere l’ultimo anno della competizione giovanile di tralsare la categoria in anno dispari. Ma comunque con un gap importante quale l’effetto psico-fisico e sociale di un vero “trauma” da pandemia. Mentre per le più piccole nello specifico 2008/2009 si sono persi gli anni prettamente legati all’apprendimento delle capacità coordinative, oltre che di un aspetto sociale importantissimo, e sottolineo il termine sociale come finalmente riconosciuto oggi mediante approvazione dalla Camera dei Deputati in Costituzione con il prolungamento in altro comma dell’Art. 33. “ La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le due forme”. Un evento importante che porta ad un’ulteriore svolta il mondo sportivo dopo anche l’ingresso nella riforma del lavoro del nostro mondo lo scorso 1 luglio.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Diciamo che da ex atleta nella mia regione di residenza ho sempre cercato di dedicarmi all’attività fino al momento degli studi universitari, dove anche li a seguito anche di un infortunio importante ho deciso di “mollare “ la presa sullo sport praticato. Poi grazie ad un amico che considero un fratello maggiore, mi sono riavvicinato in palestra dando una mano nella società ove allenava. Di lì è ripartito un grande fuoco sacro, come definisco sempre, che ha spinto a rialimentare la passione di questo sport che ho praticato da quando ero un pre-adolescente dedicandomi all’attività da allenatore. Di lì la grande motivazione, gli studi, la fame di voler trasmettere oltre che le mie conoscenze anche valori, e le mie emozioni, mi hanno portato a fare delle scalate importanti su società di grande lustro ove ho appreso e dato tantissimo. Nell’apprendimento oltre che ringraziare i miei colleghi, direttori tecnici, e collaboratori.. ringrazio anche i vari atleti poiché anche loro sono fonte di crescita continua per me.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
La forza di volontà è alla base del raggiungimento degli obiettivi. Alle mie atlete cito la parola FAME più volte. Il talento non basta di per sé, così come anche le ore di allenamento. Ma questo credo sia un po’ in generale della vita.. se desidero realmente qualcosa farò in modo di raggiungere l’obiettivo. Poi l’esito è determinato da molteplici fattori, ma non avrò mai il rimorso di non averci provato fino in fondo. Determinazione e perseveranza a prescindere limano la distanza fra se stessi e l’obiettivo e di certo è una delle primissime cose che cerco di trasmettere alle mie atlete.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
In generale dico ai ragazzi/e di dedicarsi alla vita sportiva. E spero che si incrementino ulteriormente le agevolazioni che possano portare a praticare lo sport a tutti, specie alle persone poco fortunate che vorrebbero tanto ma non possono permetterselo. Combattere la sedentarietà deve essere un obiettivo per tutti. Per una vita sana e regolare oltre che socializzazione e le varie tematiche citate precedentemente.
Nello specifico la pallavolo, non è soltanto uno sport.. abbiamo il più alto tasso di laureati nel nostro sport rispetto le varie discipline, ciò significa che si riesce tranquillamente ad unire l’aspetto di formazione e sbocco futuro con l’agonismo. Godiamo di primati a livello europeo e mondiale su risultati oltre che nelle seniores, soprattutto nelle giovanili.. la nostra pallavolo è un vero e proprio modello riconosciuto da molte nazioni. Rispetto per tutti gli sport, ma per me la pallavolo non è soltanto uno sport.. ma un amore e una filosofia di vita.. provare per credere!