Gianluigi Lapenna, chiudere le attività sportive è stato un errore
1 Dicembre 2021Il Calcio per i valori che rappresenta: lealtà, coraggio, tenacia, senso dell’ appartenenza, rispetto dell’avversario, spirito di sacrificio rappresenta senz’altro un’opportunità di crescita individuale e umana.
Nonostante la cronaca giudiziaria talvolta ci segnali qualche “patente discrasia” dovuta ad una gestione societaria poco avveduta questo rimane il gioco preferito dagli italiani di ogni età.
Oggi parliamo del Calcio con un atleta promettente: Gianluigi Lapenna.
Come ha vissuto e come vive la paura della pandemia ed il notevole disagio legato alle indispensabili severe misure restrittive?
La sensazione maggiore che ho vissuto è il rammarico per aver dovuto rinunciare alle prerogative tipiche della mia età; ho sofferto soprattutto l’interruzione dell’attività agonistica, che mi ha danneggiato in un momento importante della mia potenziale carriera sportiva. Quanto ai timori di contagio ho cercato di superarli attenendomi scrupolosamente alle prescrizioni, altro non si può fare.
Quanti danni hanno causato allo Sport in generale ed al Calcio in particolare le chiusure indiscriminate e la confusa gestione politica?
Ritengo che la chiusura indiscriminata delle attività sportive sia stato un errore. Con i dovuti accorgimenti molte attività si sarebbero potute svolgere in sicurezza, anzi addirittura avrebbero potuto rappresentare un presidio contro la pandemia.
Quanto valore attribuisce al binomio Sport-Salute, ovvero quanto è fondamentale per il conseguimento ed il mantenimento del benessere psicofisico l’attività sportiva?
Sono pienamente consapevole dell’importanza dello sport per il benessere psicofisico delle persone. E’ un principio per me centrale, in quanto laureato in Scienze Motorie e Sportive la mia vita professionale sarà incentrata tutta sull’educazione alla corretta pratica dello sport, non solo a livello agonistico, come prevenzione di tante possibili criticità della salute personale.
Cosa le ha dato il Calcio in termini di crescita personale sociale e professionale?
Credo sia stato fondamentale per la formazione del mio carattere, avendo avuto anche necessità, in età giovanissima, di vivere da solo fuori casa. Quando si è impegnati nello sport in maniera seria ed impegnativa, che è il mio modo di viverlo, non c’è spazio per altre esperienze che spesso per i giovani possono essere fuorvianti e negative. Anche le relazioni sociali sono improntate al rispetto reciproco, all’osservanza delle regole e impostate sui basilari concetti di convivenza. Per un giovane non esiste, a mio modo di vedere, percorso di crescita migliore.