Gianmarco Schiavoni: “Non temete nulla, ogni parte del percorso è fondamentale per il miglioramento”
23 Settembre 2022Quando vado sul dischetto, l’unica cosa a cui penso è il modo di esultare. (Frank Lampard)
Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un valido calciatore: Gianmarco Schiavoni.
La fase pandemica più acuta sembra ormai alle spalle, anche se i continui colpi di coda non lasciano tranquilli, come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport, come ha gestito la paura del contagio e del disagio legato alle misure restrittive?
Sicuramente la pandemia che ci ha colpiti è stata un duro colpo soprattutto perché inaspettata, dal punto di vista personale ho cercato sempre di rispettare ogni restrizione imposta. Tutto ciò ha influito molto anche nell’ambito lavorativo perché essendo un preparatore atletico mi era impossibile svolgere la mia attività sul campo. Ho organizzato degli allenamenti a distanza sfruttando tutte le piattaforme possibili. Non è stato semplice, ma vedendo sempre il bicchiere mezzo pieno, nel nostro ambito, ha creato una nuova prospettiva di lavoro ed è stato quindi per me motivo di arricchimento personale e di crescita lavorativa. Con la riapertura dei campionati poi c’è stato un piccolo spiraglio di luce e siamo tornati tutti a fare ciò che ci piace di più nel rispetto di tutti i protocolli. Adesso a distanza di due anni in cui le restrizioni sono tutte decadute il virus è entrato a far parte della nostra quotidianità e con il quale abbiamo ormai imparato a convivere.
Le restrizioni ed i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni al mondo dello sport, soprattutto a quello cosiddetto minore, cosa è successo in particolare nella sua specialità?
Come già detto in precedenza dal punto di vista pratico questa pandemia ha rivoluzionato il nostro ambito con l’inserimento di allenamenti a distanza Che cercavano di mantenere alta la condizione degli atleti nonostante ci fossero parecchi punti di domanda sulla ripresa dell’attività sportiva. Dal punto di vista economico non è stato un periodo semplice soprattutto per chi come me di questa professione ne fa un lavoro, anche se c’è da dire che lo Stato, per ciò che ha potuto, ha cercato di tutelare le nostre figure.
Chi è stato in famiglia o tra gli amici a spingerla verso l’attività agonistica, oppure si è trattato di una sua folgorazione guardando ai modelli dei grandi campioni?
Per quanto mi riguarda essendo stato sin da bambino innamorato di tutti gli sport praticandone vari, è stata quasi una propensione naturale, infatti, una volta lasciato lo sport mi sono subito dedicato alla mia passione, coltivandola giorno dopo giorno fino a renderla pian piano il mio lavoro .
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
La forza di volontà per il raggiungimento dell’obiettivo ha un valore altissimo, infatti, come in ogni ambito il talento è una parte importante ma non fondamentale perché questo senza l’abnegazione, l’amore per quello che si fa e l’ossessione positiva di un qualsiasi obiettivo prefissato, è nullo.
Se dovesse dare qualche consiglio utile ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità cosa suggerirebbe?
Avendo iniziato questo percorso molto giovane poiché avevo solo 21 anni quando ho iniziato a lavorare con le prime squadre, un consiglio che mi sento di dare è quello di non di non temere nulla, ogni parte del percorso è fondamentale per il proprio miglioramento, aggiornarsi costantemente, avere un sogno e cercare ogni giorno di combattere per Realizzarlo.