Gianmarco Zezza: “Se non mollerete col tempo avrete grandi soddisfazioni”
30 Novembre 2022Avrò segnato undici volte canestri vincenti sulla sirena, e altre diciassette volte a meno di dieci secondi alla fine, ma nella mia carriera ho sbagliato più di 9.000 tiri. Ho perso quasi 300 partite. Per 36 volte i miei compagni si sono affidati a me per il tiro decisivo… e l’ho sbagliato. Ho fallito tante e tante e tante volte nella mia vita. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto. (Michael Jordan)
Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un giovane cestista: Gianmarco Zezza.
La fase pandemica più acuta sembra ormai alle spalle, anche se i continui colpi di coda non lasciano tranquilli, come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport, come ha gestito la paura del contagio e del disagio legato alle misure restrittive?
Fu uno shock quando la società sportiva dove giocavo mandò un messaggio in cui dicevano che tutti gli allenamenti erano sospesi. È stato uno dei periodi più difficili di sempre sia per me ed anche per tutti coloro che vivessero di sport. I mesi di quarantena governati dalla monotonia e dallo sconforto furono davvero difficili, la mia voglia di allenarmi e di rimanere in attività fisica andava sempre più scemando, ma fortunatamente l’amore per il basket era superiore a tutte queste difficoltà.
Restrizioni e paura del contagio mi hanno segnato profondamente, nelle persone si avvertiva il timore anche nei momenti di vita sociale più semplici, come andare a fare la spesa, le continue e pessime notizie provenienti dai media e dai social non miglioravano la situazione. Fortunatamente tutto ciò è andato migliorando e piano piano la gente ha ripreso a vivere normalmente.
Le restrizioni ed i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni al mondo dello sport, soprattutto a quello cosiddetto minore, cosa è successo in particolare nella sua specialità?
Restrizioni e decisioni poco chiare da parte dello Stato hanno causato gravissimi danni nell’ecosistema sportivo della pallacanestro, soprattutto nelle società “minors” Le quali vivevano grazie soprattutto ai settori giovanili.
Ma sono proprio i giovani che ne hanno sofferto di più perché nei mesi di quarantena hanno perso un luogo dove poter socializzare e sfogarsi e soprattutto molti hanno perso la passione per questo Sport.
Chi è stato in famiglia o tra gli amici a spingerla verso l’attività agonistica, oppure si è trattato di una sua folgorazione guardando ai modelli dei grandi campioni?
Mi ricordo la prima volta che ho giocato a basket fu grazie ad un mio vicino di casa, mio coetaneo, all’età di 8 anni. Ho iniziato a giocare con lui durante un’estate nel suo giardino ed il nostro canestro era fatto con una cesta della frutta attaccata alla ringhiera del balcone. Da quell’estate in poi non c’è stato un giorno in cui non pensassi alla pallacanestro. In questi 16 anni questo Sport ha sempre fatto parte della mia vita e mi ha formato sia dal punto di vista mentale che caratteriale e mi ha mostrato la bellezza di far parte di un gruppo.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
Sono dell’idea che il duro lavoro, la costanza e la dedizione renda un giocatore “GRANDE”, sia nello sport che soprattutto nella vita, ma alla base di tutto ciò vi è la forza di volontà e questo ciò che ci permette di raggiungere i nostri obbiettivi e di superarli.
Se dovesse dare qualche consiglio utile ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità cosa suggerirebbe?
Il mio Consiglio per i ragazzi che si affacciano a questo Sport è quello di non arrendersi alle prime difficoltà di perseverare e vi assicuro che col tempo avrete grandi soddisfazioni e troverete in questo sport un amico fidato che non vi tradirà mai e su cui potrete sempre fare affidamento.