Giuseppe Fiorenza: “Consiglio sempre ai giovani di allontanarsi dall’uso eccessivo e nocivo dei cellulari e dei social”
28 Giugno 2022Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un maestro del Futsal: Giuseppe Fiorenza.
La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
Sono stati due anni difficili, anche se oggi la pandemia è ancora argomento di cronaca, sicuramente la situazione è meno critica rispetto ai primi mesi del 2020. Fondamentale è stato il rispetto delle disposizioni e precauzioni che, per quanto severe, hanno aiutato ad arginare la già importante gravità del Covid. Come ogni ambito, anche lo sport ha dovuto fare i conti delle necessarie misure restrittive, e ciò ha penalizzato i progetti tecnici delle società, la crescita anche dei ragazzi in alcune età cruciali per il loro sviluppo fisico e la loro maturazione.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
Ovviamente lo stop generale e soprattutto alle aziende che nel loro piccolo supportano le società dei cd sport minori, ha portato in alcuni casi alla scomparsa di alcune società sportive. Anche la ripartenza è stata tardiva e incerta, con tanta prevenzione e meticolosa attenzione alle disposizioni sanitarie a volte molto onerose per le squadre.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? O si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Lo sport e il calcio nello specifico è stata una passione coltivata sin da piccolo. All’età di 16 anni poi ho conosciuto il Futsal e da allora è stato un colpo di fulmine. La passione, la costanza, il supporto della mia famiglia, mi ha portato a vivere questo sport a categorie importanti, portando poi la mia esperienze in categorie minori, e scegliere poi di vivere questo sport con un’altra veste, quella dell’allenatore.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
La forza di volontà è la marcia in più che serve per raggiungere obiettivi importanti. Sacrificio, impegno e costanza garantiscono alla lunga il raggiungimento di traguardi di squadra e personali.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
Ad oggi suggerisco loro di cercare le società che insegnano calcio a 5, già nei primi anni di settore giovanile. Il secondo consiglio è di uscire, vivere l’ambiente esterno, allontanarsi dall’utilizzo esagerato e nocivo dei cellulari e dei social. Bisogna tornare a giocare nei cortili, vivere gli spogliatoi, creare amicizie e sane competizioni, per apprendere e crescere.