Giuseppe Greco: “I periodi bui sono sempre dietro l’angolo, ma non bisogna mai mollare”
12 Agosto 2022Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un giovane calciatore: Giuseppe Greco.
La fase pandemica più acuta sembra essere alle spalle. Come vive e ha vissuto la situazione? Come l’ha affrontata? Come ha gestito la paura del contagio e il disagio legato alle misure restrittive?
Salve buonasera, grazie per l’opportunità che mi date per esprimere la mia opinione riguardo delle tematiche molto importanti che hanno influenzato la vita di tutti gli sportivi; la pandemia ha messo a dura prova la quotidianità di noi sportivi in quanto abbiamo dovuto rispettare tutte le norme restrittive predisposte dal governo rinunciando a giocare e allenarci per un determinato periodo poiché il contatto nel gioco del calcio è quasi inevitabile e il distanziamento era la principale norma restrittiva da seguire. Siamo stati costretti ad allenarci in modo singolo sfruttando spazi generalmente poco consoni al gioco del calcio vedi cortili e stanze della propria abitazione di solito adibite ad altro. Il periodo del lock down (quello più critico) è stato faticoso per ogni sportivo, personalmente sono riuscito ad effettuare una serie di allenamenti individuali sia di tecnica che di aerobica avendo a disposizione delle aree adiacenti alla mia casa da poter sfruttare (cortile e giardino), oggi questa fase critica sembra un lontano ricordo e abbiamo ripreso da più di un anno la normale attività agonistico-sportiva.
Insieme alle restrizioni, i tentennamenti della politica hanno causato molti disagi al mondo dello sport, specie quello minore. Cosa è successo alla sua specialità?
La pandemia è un qualcosa che succede di raro quindi ha preso tutti alla sprovvista, sia noi sportivi sia i politici che dovevano gestire questa grande problematica sanitaria. La politica è venuta incontro alle società sportive mediante dei contributi statali che hanno permesso a società e atleti di recuperare parte del contratto stipulato quindi l’aspetto economico va ad aggravare una situazione sanitaria abbastanza precaria. Alcune decisioni potevano essere prese più celermente ma la politica italiana si sa, non è delle migliori.
Chi è stato tra gli amici o in famiglia a spingerla verso l’attività agonistica? Oppure si è trattato di una sua folgorazione, magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
Già da piccolo sono stato sempre affascinato da quella sfera che rotola, con mio padre abbiamo visto già all’età di 3 anni le partite di calcio della squadra della mia città ovvero il Rende. A fine partita scendevo in campo a cercare un pallone per poter tirare un calcio emulando i calciatori che avevano appena disputato l’incontro. All’età di 4 anni mi sono iscritto alla scuola calcio del Rende e da lì in poi la passione verso questo gioco è diventata un crescendo di giorno in giorno.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
La forza di volontà conta tantissimo perché non sempre trovi istruttori/mister capaci di comprendere le dinamiche di un adolescente, e un periodo no potrebbe trasformarsi in una brutta porta chiusa in faccia; è proprio in questi momenti che bisogna reagire e avere tantissima forza di volontà per andare avanti e proseguire il sogno coltivato sin da bambino.
Se dovesse dare qualche consiglio utile ai ragazzi che si avvicinano alla sua attività, cosa suggerirebbe?
Io non sono grandissimo perché da poco ho compiuto la maggiore età quindi forse non sono la persona adatta per dare consigli, comunque posso dare delle piccole dritte sulla base dei miei (primi) 14 anni dedicati a questo splendido sport. Bisogna sempre credere in se stessi, non mollare mai in quanto i periodi bui sono sempre dietro l’angolo, impegnarsi al massimo sempre, condurre una vita sana rispettando le regole basilari del calcio e infine quando tutto sembra andare storto, chiudere gli occhi e ricordare i periodi felici e sognare successi futuri.