Giuseppe Saccone, lo sport il mio rifugio dallo stress della vita quotidiana

Giuseppe Saccone, lo sport il mio rifugio dallo stress della vita quotidiana

25 Giugno 2021 0 Di Anna Mozzi e Pasquale Maria Sansone

La Pallavolo appassiona ed entusiasma proprio tutti, tifosi inclusi e i palazzetti dello sport fanno sold out. Non c’è da stupirsi per tutta questa popolarità, le partite di pallavolo sono dei veri spettacoli e si percepisce intensamente l’adrenalina e la voglia di vincere degli atleti. La Pallavolo oltre ad essere uno sport avvincente, dinamico e grintoso, ha un altro aspetto predominante il gioco di squadra, il quale incide fortemente sulla motivazione ed è il segreto delle vittorie.

Questo senso di appartenenza alla squadra è uno dei motivi per iniziare a giocare a pallavolo anche in età adulta. Da una recente ricerca sembrerebbe che uno sport di gruppo riduca la pigrizia, stati di ansia e di conseguenza attacchi cardiaci. Questa disciplina comporta anche un miglioramento dell’autostima, tenacia e aiuta a mantenere il focus sempre attivo sulle priorità stabilite.

La Pallavolo moderna nasce nel 1895 in America nello stato del Massachusetts dall’idea di William Morgan un insegnante di educazione fisica. In quei tempi è stata una grande novità sportiva per le sue regole del gioco e filosofia. Andava un po’ controtendenza perché fino a quel momento la maggior parte degli sport si basavano sulla forza fisica per sapersi imporre sugli avversari e vincere. Mentre la nuova disciplina consisteva nel gioco di squadra, velocità, abilità nei movimenti, intuito e strategia.

Ogni squadra ha la sua tattica personalizzata di gioco e fanno riferimento alla posizione degli atleti in campo che comunicano tra di loro con un codice numerico eseguito con dei gesti.  A seguito delle situazioni di gioco, le strategie si suddividono in offensive e difensive.

Oggi intervistiamo Giuseppe Saccone, giocatore di pallavolo professionista. Ha iniziato a praticare pallavolo all’età di 13 anni. La maggior parte della sua carriera si è svolta in Campania giocando in diverse società che militavano in serie B, ma durante la sua carriera ci sono state esperienze fuori regione, infatti ha fatto parte delle giovanili del Perugia Volley che militava in serie A, Lagonegro, Viterbo.

Attualmente oltre ad esercitare ancora il ruolo di giocatore, sta intraprendo la strada da allenatore conseguendo il tesserino di “Allievo allenatore primo grado livello giovanile”.

Come ha affrontato e affronta la paura della pandemia del contagio e del notevole disagio legato alle indispensabili e severe misure restrittive?

Ho affrontato e affronto la paura seguendo le restrizioni e le misure anti-Covid dettate dal nostro governo. Credo che in questo momento difficile, in cui ci siamo trovati ad affrontare un nemico invisibile e sconosciuto, sia giusto, nel rispetto di tutti, affidarci a persone competenti, seguire le loro direttive e non perdere la speranza.

Quanti danni hanno arrecato alla Pallavolo la pandemia, le chiusure indiscriminate e la confusa se non cattiva gestione politica?

Non ho i numeri precisi, ma so per certo che la pandemia ha colpito diverse attività tra cui anche il mondo della Pallavolo, a cui appartengo. Sicuramente, col senno di poi, mi rendo conto che molte restrizioni potevano essere meno rigide e magari qualche attività sportiva, come la Pallavolo, poteva essere salvaguardata meglio. Ma mi rendo anche conto che non è facile gestire delle situazioni nuove e pericolose e quindi penso che in fondo vada bene così.  Speriamo solo che questo periodo sia solo un brutto ricordo e che pian piano ritorniamo ad una vita normale con una ripresa di tutte le attività sportive e non.

Quanta importanza annette al binomio sport salute benessere psicofisico?

Per me lo sport è linfa vitale. Gioco a pallavolo da 23 anni e non riesco a farne a meno. Ho affrontato tante battaglie. A volte ne sono uscito vincitore, a volte perdente.  Avrei sicuramente fatto a meno delle sconfitte, ma penso che sia le vittorie che le sconfitte mi sono state di grande aiuto perché mi hanno fatto comprendere che oltre la gioia di una vittoria esiste anche la frustrazione di una sconfitta e che, nonostante la debacle non bisogna mai abbattersi, anzi è d’obbligo trovare la forza per risalire e riconquistare la gioia.  

Inoltre, il tempo trascorso durante gli allenamenti e le partite è di fondamentale importanza perché rappresenta un lasso di tempo in cui è indispensabile molta concentrazione e quindi ci si libera dagli assilli quotidiani del lavoro, della famiglia, ecc..

Che cosa le ha dato la Pallavolo in termini di crescita personale sociale e professionale?

Alla Pallavolo e allo Sport in generale devo tutto, infatti penso che tutto ciò che rappresento, tutto ciò che faccio e tutto ciò che ho, lo devo solo a questo meraviglioso mondo. Durante questi anni ho costruito tante amicizie e questo mi rende molto felice perché credo nelle relazioni e nelle persone. Dal punto di vista professionale cerco di trasformare questa mia passione in opportunità e ogni anno, insieme ad alcuni amici, organizzo tornei di vari sport (beach bolley, beach tennis, ) in un lido con l’intento di coinvolgere di far avvicinare al mondo dello sport quante più persone possibili.