Giuseppe Scaringella, bisogna dare tutto per la propria passione
22 Giugno 2022“Se stessi con un vestito bianco a un matrimonio e arrivasse un pallone infangato, lo stopperei di petto senza pensarci”. (Diego Armando Maradona)
Oggi parliamo di Covid, sport e salute con un maestro del calcio: Giuseppe Scaringella.
La fase pandemica più acuta sembra essere oramai alle spalle anche se i continui colpi di coda non lasciano del tutto tranquilli. Come ha vissuto, come vive, come ha affrontato e come affronta questa situazione di grande difficoltà per il mondo dello sport? Come ha gestito la paura del contagio ed il disagio legato alle severe misure restrittive?
Penso che la pandemia ha sconvolto tutti per il semplice motivo che nessuno mai avrebbe pensato qualche anno prima che l essere umano sarebbe stato costretto a chinare la testa ad un subdolo virus. Tutto ciò inizialmente ha suscitato grande paura sia per la “novità” che per la “gravita” del virus stesso.
Insieme alle restrizioni i tentennamenti del mondo politico hanno causato gravi danni allo sport, soprattutto a quello, cosiddetto, minore. Cosa è successo, in particolare, nella sua specialità?
Nel mio ambito ho cercato di lavorare nella testa dei miei ragazzi sulla “non paura” ma sulla consapevolezza e responsabilità che il momento stesso richiedeva; abbiamo dovuto imparare a vivere accanto al virus: “come due binari che non si incontrano mai” ripetevo spesso ai miei ragazzi ovviamente rispettando sempre le restrizioni e le normative del momento. Nel nostro caso eccellenza pugliese abbiamo vissuto dei mesi molto ma molto critici perché inizialmente non si prevedeva nessuna ripresa delle attività perché i nostri campionati erano classificati a carattere regionale con la grave conseguenza che tantissime famiglie che vivono da queste attività sono siamo andate letteralmente nel “pallone” soprattutto a livello economico. Soltanto dopo 6 mesi Figc coni Lnd hanno autorizzato la ripresa e quindi un graduale ritorno alla normalità. Posso affermare che tutto ciò è stato davvero un film poco piacevole soprattutto quando non riuscivi a dare una risposta ai tuoi figli purtroppo a causa di scarica responsabilità delle nostre cariche politiche.
Chi è stato a spingerla all’attività agonistica? o si è trattato di una folgorazione magari guardando ai modelli dei grandi campioni?
In famiglia nessuno mi ha spinto ad intraprendere questo ambito anche se come tanti papà italiani mio padre mi portava allo stadio a guardare la squadra della mia citta(Fidelis andria). Secondo me la spinta maggiore sia quella spinta naturale che ti parte dentro e ti spinge passo dopo passo verso nuovi obiettivi. Se devo portare un esempio porto con grande piacere e rispetto l l’esempio del grande Gaetano Scirea esempio di classe eleganza sportività sobrietà gentilezza e perseveranza…esempio ad oggi difficile da ripetere purtroppo.
Al di là delle doti personali e delle attitudini, quanto conta la forza di volontà nel raggiungimento degli obiettivi?
Nel mio percorso tra calcio giocato e quello da allenatore in pratica 35 anni ho visto ARRIVARE soltanto chi ha avuto la forza di volontà al proprio fianco sempre anche se con minor attitudine e capacità rispetto ad altri più talentuosi; la forza di volontà è la pietra angolare senza non costruisci. Forza di volontà per me significa amare quella tua passione fino a DONARE te stesso e non pensare a ricevere sin da subito come molti giovani invece fanno oggi.
Se dovesse dare qualche “consiglio utile” ai ragazzi che si avvicinano alla sua specialità, cosa suggerirebbe?
Suggerirei proprio questo cioè se volete raggiungere un obiettivo, se realmente amate il calcio o altro, se davvero per voi queste vostra passione è ossigeno allora dovete donare tutto di voi ..questo significa amare cioè dare e non pensare a ricevere perché se amate e donate con il cuore tutto ciò che riceverete sarà il vostro unico e grande tesoro di vita.