Gli Incurabili nei secoli
10 Aprile 2019Nel 1518, Maria Longo incontra il predicatore Vernazza, che stava girando l’Italia per fondare ospedali per i poveri che non potevano permettersi cure, i cosiddetti Incurabili.
Tiene banco ormai da settimane la vicenda dei cedimenti strutturali avvenuti nel complesso degli “Incurabili”: un luogo carico di storia, che il vicepresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola ha definito giustamente “l’Ospedale più antico di Napoli” ancora in attività. Una struttura antichissima, ma ancora oggi fondamentale all’interno di un “gigante sanitario” qual è l’Asl Napoli 1 Centro guidata dall’ingegnere Ciro Verdoliva. Proviamo a ripercorrerne la storia brevemente: la “Santa Casa degli Incurabili”, a dispetto della fama che la circonda, è poco conosciuta sotto il profilo storico-artistico per via delle numerose trasformazioni che ha subito nel corso dei secoli. L’istituto fu fondato dall’attivissima nobildonna catalana Maria Lorenza Longo, vedova di uno degli uomini più in vista della Cancelleria di Re Ferdinando II d’Aragona: guarita nel 1510 da una grave forma di artrite reumatoide dopo una visita al Santuario di Loreto, la nobildonna non solo entrò nel Terz’Ordine francescano, ma iniziò una sorta di volontariato assistenziale nell’Ospedale di San Nicola al Molo. Nel 1518 però l’incontro tra la Longo e il predicatore genovese Ettore Vernazza, che stava girando l’Italia per fondare ospedali per i poveri che non potevano permettersi cure (i cosiddetti Incurabili), si rivelò decisivo: la nobildonna, d’intesa e con l’aiuto di Maria d’Ajerba duchessa di Termoli, decise di costruire anche a Napoli una “Casa degli Incurabili”, per cui tra il 1521 e il 1526 acquistò un nucleo di case sul lato orientale della collina di Caponapoli in cui ospitò i primi frati cappuccini venuti nella capitale partenopea, le prime sorelle terziarie francescane e i primi teatini (lo stesso San Gaetano fu suo confessore). Attorno a questo primo nucleo di case furono edificati, nell’ordine, l’Ospedale (1522), una chiesa dedicata a Santa Maria del Popolo (officiata da una confraternita laicale formata da nobili) e un monastero per le “donne di vita” pentite, detto delle “convertite”. La stessa Maria Longo, dopo aver fondato l’Ordine delle Cappuccine Terziarie (1535), si dedicò alla vita claustrale: si ritirò nel convento delle “trentatré” dove morì in concetto di santità nel 1539. Intanto la “Casa Santa degli Incurabili”, per tutto il ‘500, continuò a crescere: legati testamentari e donazioni permisero agli amministratori di allargare il complesso e abbellire artisticamente le strutture. Nel ’700 furono avviate le più importanti trasformazioni architettoniche: su progetto del celebre Domenico Antonio Vaccaro, l’ingegnere Alessandro Manni diresse un allargamento dell’Ospedale, che giunse quasi a sovrapporsi ai bastioni della cinta muraria vicereale. Il complesso degli Incurabili, nel corso dei secoli, inglobò diverse strutture, trasformandosi nell’affascinante ma malandato insieme che oggi conosciamo. All’interno della struttura, al di là degli spazi ancora oggi dedicati all’assistenza sanitaria, si possono distinguere la Farmacia (che ospita il Museo delle Arti Sanitarie), la Chiesa di Santa Maria del Popolo (dove il 24 marzo è avvenuto il crollo) e l’oratorio dei Bianchi della Giustizia. Passo passo li visiteremo, idealmente tutti, per conoscere appieno questo monumento carico di storia.