Gli studenti di Meta incontrano l’unico superstite della strage di via Pipitone

Gli studenti di Meta incontrano l’unico superstite della strage di via Pipitone

18 Febbraio 2021 0 Di La Redazione

Gli studenti del P.V.M di Meta incontrano Giovanni Paparcuri, unico sopravvissuto alla strage di via Pipitone Federico.

 

Il 17 febbraio 2021, in piena emergenza Covid, i ragazzi del liceo “Publio Virgilio Marone”, guidato dalla D.S Immacolata Arpino, incontrano Giovanni Paparcuri durante l’assemblea di Istituto che si tiene in modalità remoto. I rappresentanti del “Marone” Vincenzo Cuomo, Gaetano Ruggiero, Francesco Russo e Raffaella Vitale appaiono molto sensibili alle tematiche della criminalità organizzata. Ai microfoni di Tutto Sanità vien detto che lo studio della educazione civica ha suscitato ulteriormente in loro l’interesse per le mafie e per le dinamiche che si innescano tra i criminali e le Istituzioni, vale a dire, i cosiddetti colletti bianchi.

DOMANDA: Perché proprio Paparcuri?

RISPOSTA: Abbiamo invitato nel nostro Istituto Giovanni perché è uno dei rari testimoni che ha avuto la possibilità di conoscere in maniera approfondita, intima e personale, i protagonisti della lotta alle mafie. A noi non interessa conoscere la storia delle mafie, ci sono già i libri di storia che lo fanno, ma ci sta a cuore relazionarci con un testimone diretto che ci potesse raccontare i retroscena e i dietro le quinte di personaggi come Chinnici, Falcone e Borsellino.

DOMANDA: Potreste, in maniera sintetica, presentare il vostro ospite?

RISPOSTA: Paparcuri, oggi, incarna la lotta alle mafie, era il 29 luglio del 1983 avrebbe dovuto accompagnare il Magistrato Rocco Chinnici al Palazzo di Giustizia di Palermo quando ci fu una esplosione sotto l’abitazione del Magistrato. Perdono la vita oltre al fondatore del pool antimafia, il Maresciallo dei Carabinieri Mario Trapassi, l’Appuntato Salvatore Bartolotta e il portiere del condominio Stefano Li Sacchi.  Sopravvive all’attentato Giovanni Paparcuri che in quel momento è seduto nella macchina blindata. Giovanni trascorre un mese ricoverato tra Neurochirurgia e Chirurgia plastica, poi un anno e mezzo di convalescenza. Lo vogliono riformare, ma lui desidera tornare al lavoro. Finalmente nel 1985 viene assegnato all’Ufficio Istruzione di Palermo che si occupa di furti e rapine. Giovanni Falcone, di cui Paparcuri era stato autista proprio prima della strage Chinnici e Paolo Borsellino riescono a cogliere la sua dimestichezza con i computer e gli chiedono di lavorare al maxiprocesso, che nel 1986, porta alla sbarra 475 imputati per mafia.  Oggi Paparcuri cura il museo-bunker al Palazzo di Giustizia di Palermo per tenere vivo il ricordo delle sue vittime di mafia.  Usiamo l’aggettivo Sue perché quei morti gli appartengono, li sente ancora dentro, sono le sue quelle cicatrici che rimarranno indelebili nella mente e sul corpo di Giovanni.

DOMANDA: Dopo questo incontro quali sono le vostre riflessioni?

RISPOSTA: Innanzitutto vorremmo ringraziare lo staff dirigenziale del nostro Liceo perché ci dà la possibilità di esprimerci, le nostre richieste vengono vagliate e accolte, abbiamo la fortuna di essere ascoltati e supportati. Ci rendiamo conto che la scuola ha un ruolo fondamentale nella lotta alle mafie, sappiamo che per vivere in una Italia migliore è importante investire nell’istruzione, nella cultura; noi rappresentanti del “Marone”, abbiamo capito che in sinergia con i nostri docenti possiamo tenere vivo il ricordo di coloro che per servire lo Stato hanno perso la vita. Sconfiggere le mafie non è una impresa facile ma cercare di combattere, come direbbe Nicola Gratteri, quell’Ossigeno illegale è dovere di tutti noi, il “Marone” nel suo piccolo cerca di farlo promuovendo la cultura della legalità. Oggi abbiamo colto il messaggio di Giovanni che ha parlato con il cuore dicendoci che le nostre passioni ci devono accompagnare, è indispensabile che si lavori sempre con onestà, lealtà e soprattutto si deve dare voce alle proprie inclinazioni; è fondamentale svolgere una attività lavorativa che piace dove si possano bene amalgamare alcuni ingredienti: amore, passione e onestà. Cogliamo l’occasione prima di congedare questa testata giornalistica di salutare e ringraziare il nostro ospite, Giovanni Paparcuri, anticipandovi che ci saranno altri incontri sulla legalità, tema a noi molto caro.