Graduatoria ospedali Agenas, alcuni sono “non classificabili”
29 Ottobre 2023Sanità ospedaliera nella annuale classifica dell’Agenzia sanitaria nazionale e rilanciata anche da Sanità 33. Un ospedale privato e uno pubblico sul podio del Piano Nazionale Esiti per questo 2023. Con 7 aree cliniche, in cui è stato valutato di qualità alta o molto alta, vince la sfida l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano). Segue a ruota l’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche con 6 indicatori molto positivi in altrettante aree. La misurazione ad opera di Agenas, l’Agenzia dei Servizi sanitari regionali, riguarda prestazioni del 2022 in 8 aree cliniche: cardiovascolare, respiratoria, chirurgia generale, chirurgia oncologica, osteomuscolare, nefrologia, SNC, gravidanza e parto. Per ogni area si misurano indicatori specifici e soglie minime di interventi al di sotto delle quali il reparto è valutato di qualità bassa.
L’area cardiovascolare, dove primeggia l’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze, è valutata su 6 indicatori: mortalità a 30 giorni per IMA; proporzione di infarti gravi trattati con angioplastica coronarica entro 90 minuti dall’accesso in ospedale; mortalità a 30 giorni per scompenso; mortalità a 30 giorni dopo by pass con almeno 360 interventi negli ultimi due anni; mortalità a 30 giorni dopo valvuloplastica o sostituzione di valvole cardiache; mortalità a 30 giorni dopo riparazione di aneurisma non rotto dell’aorta addominale. Tra i secondi classificati non c’è gap Nord-Sud e il pubblico se la cava bene. Troviamo nei “quartieri alti” della classifica Sciacca, Biella, Roma, Chieti, Salerno, Pisa, Legnano. In chirurgia oncologica, dove vengono utilizzati 3 indicatori, quattro le strutture top: Ospedale di Mestre, AOU Padova, Stabilimento Umberto I G. M. Lancisi di Ancona e Policlinico Gemelli di Roma. Segue una ventina di strutture, da Cuneo a Catania: per essere di alto livello, ognuna deve aver eseguito almeno 135 interventi annui per il tumore della mammella, 85 per il tumore del polmone e 45 per il tumore del colon.
L’area muscolo-scheletrica è valutata da tre indicatori: percentuale di interventi chirurgici entro 48 ore dall’accesso in struttura per le fratture del collo del femore in pazienti da 65 anni in su con almeno 65 interventi l’anno; riammissioni a 30 giorni per protesi d’anca con almeno 80 interventi annui per struttura; riammissioni a 30 giorni per protesi di ginocchio con almeno 80 interventi l’anno. Su 338 ospedali valutati, ben 28 raggiungono un livello di qualità molto alto di cui solo 11 sono tra Centro e Sud, e di questi 4 sono in Sicilia. Cresce dal 48 al 53% la percentuale media di pazienti operati entro 48 ore. In area ostetrica, nel 2022 c’è stato un incremento del 6 % dei ricoveri per parto. I punti nascita sono scesi da 442 a 434 ma un terzo non ha raggiunto la soglia minima di 500 parti l’anno. L’Emilia-Romagna ha la proporzione più alta di strutture “top” con 11 su 17. Troppi cesarei specie nel privato ed al Sud.
Sul complesso delle aree valutate, tre ospedali lombardi sono tra i primi quattro d’Italia. Dopo Humanitas di Rozzano e AOU Marche, ci sono Humanitas Gavazzeni di Bergamo e Humanitas Mater domini di Castellanza, Varese. Nella stessa regione capita però di trovare eccellenze e disastri, e i gap si allargano come spiega Marina Davoli, responsabile tecnico PNE. Ad esempio «in Sicilia per la frattura del femore ci sono strutture che operano nelle prime 48 ore oltre l’80% dei casi e altre che si fermano a meno del 10%». A volte hanno valori scadenti anche «strutture importanti, che ricoverano un numero di casi adeguato». La relazione Agenas sarà inviata al tavolo di monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza al Ministero della Salute. Il perché lo spiega Domenico Mantoan, Direttore generale Agenas. Premessa: nel 2022 sono cresciute le attività nei 1400 ospedali contattati, + 328 mila ricoveri sul 2021 programmati e diurni (resta un -10% sul 2019 pari a circa 890 mila ricoveri in meno). Ma in troppe strutture la qualità è bassa. «Ben 8 ospedali non hanno ottenuto una valutazione sufficiente. Inoltre, 430, tra Nord e Sud, di cui 128 pubblici, sono risultati ‘non classificabili’, hanno un livello di attività così basso che non riusciamo a valutarli», dichiara Mantoan ad ADNKronos. «Credo che, fatta la riforma del territorio, queste piccole strutture andranno riconvertite in case e ospedali di comunità».