Gravidanza, lesioni nelle future madri associate al neurosviluppo dei bambini
7 Dicembre 2022Secondo uno studio pubblicato su Jama Pediatrics, subire una lesione non intenzionale durante la gravidanza si associa a un rischio maggiore di paralisi cerebrale nei bambini, soprattutto in quelli che sono stati esposti ai traumi più gravi, vale a dire le lesioni che hanno causato il ricovero in ospedale delle future madri oppure le lesioni che hanno portato la donna a partorire nel breve periodo.
È stato dimostrato che lesioni subite durante una gravidanza hanno un impatto negativo sia sulla madre che sul feto, ma mancano prove a lungo termine in merito al neurosviluppo dei bambini. Così, un gruppo di ricerca canadese ha condotto uno studio di coorte longitudinale basato sulla popolazione nel quale sono stati inclusi oltre 2,1 milioni di bambini nati dopo la 20esima settimana di gestazione presso un sistema sanitario in Ontario tra il 1 aprile 2002 e il 31 marzo 2017, i quali sono stati poi seguiti fino alla fine di marzo 2018. Nel complesso, il 3,9% dei bambini era stato esposto in utero a una lesione materna non intenzionale. Durante un follow-up mediano di 8 anni, 5.317 (0,3%) bambini hanno ricevuto una diagnosi di paralisi cerebrale, di cui 292 (5,5%) erano stati esposti a lesioni materne. È stata calcolata un’incidenza media di paralisi cerebrale di 4,36 e 2,93 per 10.000 anni-bambini rispettivamente nel gruppo esposto alle lesioni e nel gruppo non esposto. In un’analisi aggiustata per caratteristiche materne sociodemografiche e cliniche, è emerso che il gruppo esposto ai traumi, rispetto a quello non esposto, aveva un aumento moderato del rischio di paralisi cerebrale (hazard ratio 1,33). Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che le lesioni che hanno portato le donne a un ricovero in ospedale o al parto entro la settimana successiva conferivano rischi più elevati: gli hazard ratio aggiustati erano rispettivamente pari a 2,18 e 3,4.
«Le linee guida attuali per la gestione delle lesioni nelle pazienti in gravidanza si concentrano solo sul monitoraggio della condizione fetale immediatamente dopo la lesione, con poca attenzione ai suoi effetti a lungo termine sulla prole. Fornendo prove di potenziali associazioni dannose a lungo termine dell’esposizione alle lesioni durante la gravidanza, questi risultati suggeriscono che il monitoraggio dei bambini esposti a lesioni materne in utero può contribuire alla diagnosi precoce di esiti avversi del neurosviluppo e quindi all’offerta di una gestione ottimale e del supporto necessario» concludono i ricercatori.