Guerra al diabete
6 Dicembre 2018In Regione Campania l’assistenza è ripartita, ma bisogna dare gambe alla piena integrazione tra professionisti.
La rete ospedale-territorio presenta ancora maglie larghe che ritardano il processo di piena integrazione tra specialisti e medici di famiglia. Ma la Regione ha già tracciato la strada per raggiungere la piena governance della presa in carico anche grazie a strumenti informatici tra medici di famiglia, specialisti e centri diabetologici. Massima apertura alla possibilità che i medici di medicina generale prescrivano farmaci per diabetici “innovativi”.
Se il diabete si colloca nel mondo ai primi posti nella lista delle principali sfide della sanità del XXI secolo, in Campania l’allerta è scattata da tempo. Il peso epidemiologico della malattia interessa circa 400mila cittadini con un trend in aumento negli ultimi dieci anni che colloca attualmente questa Regione al di sopra della media nazionale. E il futuro non è roseo: considerando il graduale invecchiamento della popolazione campana ed il triste primato della prevalenza dell’obesità infantile, per cui è facile supporre che la condizione diabetica aumenterà marcatamente nel breve termine. Già oggi si contano 2mila morti l’anno per diabete. Con un tasso di mortalità fra le donne quasi doppio rispetto alla media nazionale.
Per questo la Regione ha dichiarato guerra alla malattia mettendo in atto misure correttive per arginarne l’avanzata garantendo una sempre migliore presa in carico integrata del paziente. Gli strumenti? Il pieno coinvolgimento dei Medici di medicina generale (Mmg) e un sistema informatico pronto per monitorare e garantire l’appropriatezza delle cure e velocizzare il rinnovo dei piani terapeutici.
Certo, le criticità non mancano. La rete ospedale territorio presenta ancora maglie troppo larghe che ritardano il processo di piena integrazione tra specialisti, medici di famiglia e Centri di riferimento. Anche sul fronte informatico, nonostante la Campania abbia ingranato la marcia, ci sono ancora intoppi che non consentono di far girare il sistema a pieno regime. Insomma, bisogna ancora fare qualche sforzo in più per riorganizzare il territorio e inserire il paziente in un percorso di cura globale e ben individuato senza duplicazioni e sprechi di risorse inutile.
Questo lo scenario emerso nel corso dell’incontro organizzato a Napoli da Quotidiano Sanità, con il sostegno di Msd, nell’ambito del più ampio progetto Dialogo (Diabetes Local Governance). Un progetto nato con l’obiettivo di fare emergere, in tutte le regioni italiane, luci ed ombre della governance del diabete quale paradigma del più ampio universo delle patologie croniche.
In questa quinta tappa del “viaggio” di QS, si sono confrontate nel capoluogo partenopeo tutte le figure del mondo diabetologico: Pietro Buono, Commissione Diabetologica Regionale, Ugo Trama, Responsabile Politica del Farmaco e Dispositivi, Tommasina Sorrentino, Responsabile Uod Diabetologia Distretto 52, Geremia Romano, Presidente Amd Napoli, Mario Parrillo, Presidente Sid Napoli, Raffaele Sellitto, Presidente Mega Ellas – Consorzio Cooperative, Gaetano Piccinocchi, Simg Napoli, Luigi Sparano, Fimmg Napoli, Guido Corbisiero, Direttore Distretto 50 Asl Na3, Tiziana Spinosa, Commissione Diabetologica Regionale, Fabiana Anastasio, Presidente Fand Napoli, Andrea Vercellone, Segretario Regionale Sifo Campania e Pasquale Di Girolamo Faraone, Ds Asl Napoli1 Centro.
La road map per la presa in carico della patologia diabetica è stata già tracciata dalla Regione. Su questo punto c’è stata una piena convergenza da parte di tutti gli attori coinvolti nel sottolineare gli sforzi intrapresi dal Governo De Luca. Ora bisogna solo far camminare la macchina a pieno regime per consentire la piena implementazione delle indicazioni e portare tutti verso una piena integrazione con adeguati percorsi formativi.
A “dare gas” c’è la piattaforma informatica Saniarp che contiene attualmente volumi di dati considerevoli sui pazienti e dove, già adesso, i medici possono rinnovare con accesso diretto i piani terapeutici. È però uno strumento ancora da perfezionare: il cartaceo non è stato completamente abbandonato. Va detto però che il sistema informatico potrebbe essere pronto ad estendere la possibilità che i medici di famiglia intervengano nella redazione dei Piani terapeutici, cosa che eviterebbe ai pazienti perdite di tempo e burocrazie inutili.
Anzi, secondo il tavolo sarebbe auspicabile ampliare la prescrivibilità dei Dpp4-i al medico di famiglia sia sotto il profilo clinico che economico e sociale. E così gli obiettivi da perseguire a stretto giro di posta dovrebbero essere: una cartella unica al quale tutti i professionisti chiamati in causa possano accedere, ottimizzando il processo ed evitando così duplicazioni e sprechi per il Sistema. Ma anche arrivare ad una diagnosi precoce del diabete e ad una maggiore sensibilizzazione alla misurazione della glicemia da parte dei farmacisti, in un’ottica di farmacia dei servizi.
La Survey regionale. Che la Campania abbia compiuto molti passi in avanti sul fronte della gestione integrata è testimoniato anche dai dati regionali estrapolati dalla più ampia dalla Survey realizzata a livello nazionale. Ben il 77% dei professionisti che hanno risposto (il 70% Mmg e il restante 30% medici specialisti) valuta positivamente la presa in carico dei pazienti diabetici campani. Un giudizio che sale ad oltre l’82% tra i Mmg e si attesta sul 63% dei medici specialisti.
Lo sguardo comparato dell’andamento delle risposte “campane” rispetto all’area sud ed alla media nazionale evidenzia una tendenza regionale più indirizzata verso giudizi di assoluta positività, bilanciata da una maggiore propensione ad un giudizio sufficiente (oltre + 10 punti percentuali rispetto alle altre aree considerate). E anche il giudizio negativo è minore rispetto a quanto espresso dai medici dell’area Sud e dalla media nazionale.