“Ho l’asma e faccio sport”

“Ho l’asma e faccio sport”

18 Febbraio 2020 0 Di Carlo Alfaro*

Il presidente Sima, Gabriella Pozzobon: “Tutti gli sport, ad eccezione di quelli estremi , possono essere praticati da un soggetto asmatico, se la reattività dei bronchi è sotto controllo”.

 

Benchè molti studi dimostrino che per chi soffre di asma fare attività fisica abbia valore preventivo e terapeutico, con benefici sulla salute fisica (con riduzione dell’infiammazione bronchiale, miglioramento della funzione respiratoria, aumentato controllo dei sintomi, diminuzione del sovrappeso) e psichica (con miglioramento di interazione sociale e autostima e contrasto all’ansia e alla depressione) e dunque sulla qualità della vita, degli oltre 2 milioni e mezzo di asmatici in Italia solo 4 su 10 praticano sport e 9 su 10 ritengono che questa malattia costituisca un limite nel farlo (dati Doxa 2019). Da queste premesse nasce la campagna social “Ho l’asma e faccio sport”, presentata nei giorni scorsi al Ministero della Salute in occasione della XXVII Giornata Mondiale del Malato. Scopo dell’iniziativa – realizzata dall’Associazione Respiriamo insieme onlus in collaborazione con il Coni e 6 associazioni sportive tra cui Us Acli, Nazionale Italiana Cantanti e Fondazione Geronimo Stilton – interagire con le Istituzioni (politiche, sportive, dell’istruzione e dello spettacolo) e con la popolazione di asmatici attraverso i canali web e social per raccogliere esempi positivi che aiutino a promuovere il messaggio #holasmaefacciosport. I contributi più significativi verranno inseriti in un video che sarà lanciato in occasione della Giornata Mondiale dell’Asma il prossimo 6 maggio.

“Spesso l’asmatico non fa sport – ha dichiarato Simona Barbaglia, presidente dell’Associazione Respiriamo Insieme e ideatrice dell’iniziativa – in molti casi anche per la poca informazione sui vantaggi che comporta e per false controindicazioni: vogliamo spiegare invece che questa malattia non deve rappresentare un limite, bensì un incentivo a fare attività fisica”. Secondo una revisione sistematica della letteratura scientifica sulla relazione tra asma, sovrappeso ed effetti dell’attività fisica in età evolutiva comparsa su Annals of  Epidemiology nel 2016, che ha comparato 75 studi condotti tra il 2000 e il 2014, le paure dei genitori circa i possibili effetti negativi dell’attività sportiva sull’asma rimangono i principali ostacoli alla sua pratica.

Di qui l’importanza di una capillare informazione e sensibilizzazione. In occasione del lancio dell’iniziativa, a Roma lo Stadio dei Marmi è stato illuminato dalle 18 alle 23, mentre allo Stadio delle Tre Fontane sono scese in campo per un’amichevole di calcio la Nazionale Italiana Parlamentari e gli asmatici dell’associazione Respiriamo Insieme. Carlo Mornati, medaglia d’argento di canottaggio nel quattro senza ai Giochi olimpici di Sydney 2000, attuale segretario generale del Coni, ha ricordato di essere stato un atleta asmatico, come pure campioni del calibro di Federica Pellegrini e Aldo Montano. Una ricerca pubblicata su Br J Sports Med nel 2012 conferma che era asmatico tra il 4,2 e il 7,7 % degli atleti che hanno partecipato alle diverse edizioni dei giochi olimpici tra il 2002 al 2010, e tra questi dal 5,4 al 15,6% ha vinto una medaglia.

Commenta Gabriella Pozzobon, presidente della Società italiana di medicina dell’adolescenza (Sima), che ha partecipato ai lavori dell’incontro al Ministero: “Tutti gli sport, ad eccezione di quelli estremi (deltaplano, paracadutismo, alpinismo d’alta quota) e di quelli subacquei, o all’equitazione in chi è allergico alla forfora di cavallo, possono essere praticati da un soggetto asmatico, se la reattività dei bronchi è sotto controllo.Dunque, risulta fondamentale l’aderenza terapeutica, anzi la possibilità di fare sport rappresenta la dimostrazione che sussiste una buona gestione dell’asma. Perché sia effettuata in sicurezza, l’attività fisica deve prevedere la possibilità di una eventuale interruzione in caso di necessità e di un immediato soccorso. Lo sport agli asmatici va prescritto, come tutti i farmaci, in dose, qualità e modalità di assunzione precisa.

Tra le precauzioni da tenere: iniziare sempre con gradualità, con adeguato riscaldamento e una lenta fase defatigante, entrambi di circa 20 minuti (i cosiddetti ‘warm-up’ e ‘cool-down’); evitare sforzi troppo intensi e prolungati, o temperature molto fredde (nel caso, coprire naso e bocca con una sciarpa) o troppo calde o anche repentini sbalzi di temperatura ed eccessiva umidità (maltempo, temporali); non fare attività in mezzo al traffico o in ambienti molto inquinati, o in ambienti nei quali sono presenti gli allergeni ai quali si è sensibili (es. palestre polverose per chi è allergico agli acari o all’aperto durante la stagione di pollinazione per chi è allergico ai pollini), o subito dopo i pasti, una infezione virale o un vaccino. Prima di sottoporsi allo sforzo fisico munirsi dell’inalatore antiasmatico consigliato dal medico e informare istruttori e compagni di allenamento che si soffre di asma, accertandosi che sappiano cosa fare in caso di crisi improvvisa.

Lo sport può essere praticato dagli asmatici persino a livello agonistico (previa valutazione funzionale e certificazione del medico dello sport). In caso di sport di tipo agonistico, in seguito a certificazione medica, possono essere accettate dai comitati sportivi anche terapie classificate come ‘doping’, assunte con le modalità raccomandate dal medico. Quando i sintomi di asma compaiono dopo 2-10 minuti da un esercizio intenso e prolungato, invece, trattasi di asma da sforzo, che è un indice di uno scarso controllo dell’asma e può essere risolto facilmente attraverso opportuna premedicazione o trattamento farmacologico (beta2-agonisti broncodilatatori)”.