I corsisti Mmg potranno partecipare ai test Ssm 2020
4 Agosto 2020Il Tar Lazio ha accolto il ricorso patrocinato dallo studio legale Leone-Fell & C. e ammesso i primi corsisti in Medicina generale alla partecipazione ai test per le Specializzazioni mediche.
Il Tribunale regionale amministrativo si è pronunciato a favore della possibilità per i medici che frequentano corsi di medicina generale di poter partecipare, contemporaneamente, anche ai percorsi di specializzazione nelle materie sanitarie. La clausola contenuta nell’articolo 4 comma 1 del Decreto numero 1177 del 24 luglio 2020 impediva, sino ad oggi infatti, ai medici iscritti ai corsi di formazione specifica in Medicina generale di iscriversi e dunque di partecipare al concorso per le Scuole di Specializzazione di area sanitaria prima di aver concluso il proprio corso di formazione, fatta salva la possibilità di rinunciarvi, interrompendolo.
Ritenendo tale clausola un’illegittimità lesiva del diritto allo studio, lo staff legale ha impugnato il bando, nella parte in cui si vietava ai medici iscritti ai corsi di formazione specifica in Medicina generale la partecipazione al concorso. Oggi, il Tar Lazio ha accolto l’istanza e ammesso i ricorrenti alla partecipazione, senza alcuna rinuncia preventiva al corso di studi già intrapreso.
“La clausola prevista dal Mur – precisano i legali Francesco Leone, Simona Fell e Floriana Barbata – avrebbe impedito la partecipazione al concorso a migliaia di giovani medici, finendo per acuire un problema già noto, rappresentato dalla grave carenza di medici specializzati, specie in ragione del perdurare dello stato di emergenza sanitaria che il nostro Paese si trova ad attraversare. Per l’ennesima volta ci siamo trovati a dover contrastare le scelte scellerate del Ministero che, invece di ampliare la platea di giovani futuri specialisti, avrebbe creato l’ennesimo imbuto formativo. Non potevamo permetterci – continuano i legali – di far pagare le conseguenze di tali scelte a tanti giovani medici preparati che, rinunciando al proprio percorso di formazione già intrapreso, si sarebbero trovati dentro l’ennesimo imbuto, e con il risultato di ulteriori posti e relative borse perse. Siamo lieti che i giudici del Tar abbiano compreso le nostre ragioni e accolto i nostri ricorsi”.