I medici di famiglia contestano il Governo e minacciano lo sciopero
16 Dicembre 2018La Fimmg: “Riaprire trattativa su Acn”. E, su decreto legge semplificazione: “Sciopero se non si rispettano i tempi per accesso giovani”.
Il Consiglio nazionale del sindacato dei medici di famiglia ritiene “urgente riaprire i tavoli di trattativa per il rinnovo della convenzione”.
“La Fimmg pronta ad avviare iniziative sindacali se non verrà rispettato il termine di 60 giorni previsto dal decreto semplificazione per la definizione dei criteri applicativi dell’articolo 9” sull’accesso alla Convenzione dei medici in formazione”. È quanto prevede la mozione approvata all’unanimità dal Consiglio nazionale della Federazione.
Fimmg ritiene indispensabile l’apertura di una discussione “che riconosca da subito gli incrementi sugli emolumenti dei Mmg, in termini di remunerazione mensili già ottenuti fino al 2017 come arretrato, e apra in successione la discussione contrattuale sul cambiamento della Medicina Generale per il pieno riconoscimento economico in termini incrementali e di arretrato per tutto il 2018”. Il Consiglio Nazionale della Fimmg ha dato mandato poi al Presidente Nazionale, alla scadenza dei 60 giorni, di indire una nuova convocazione “per definire in urgenza le iniziative sindacali di protesta, fino allo stato di agitazione e lo sciopero, in assenza di indirizzi in tal senso e di risposta e convocazione dalla parte delle Regioni attraverso la Sisac”.
La Fimmg esprime inoltre “disappunto per non aver definito, come appariva in prima stesura, la modifica all’articolo 8” sulle Convenzioni “riguardante la determinazione di un percorso specifico contrattuale e formativo per l’Emergenza territoriale e la Medicina Penitenziaria mantenendole però nell’ambito dell’ACN per la Medicina Generale”. Richiama anche “attenzione e disponibilità della Fnomceo, in presenza del Presidente Filippo Anelli, perché si apra immediatamente un confronto con il Ministero rispetto ai fabbisogni dell’area della Medicina Penitenziaria, considerata la particolarità della popolazione assistita, privata dalla libertà di scelta individuale ma non del diritto costituzionale alla tutela della salute, anche in considerazione della carenza di professionisti medici che, come ovvio, si verificherà prima sui settori meno attrattivi per i professionisti”.
Il Consiglio nazionale della Fimmg ha infine espresso dissenso sul “documento in materia di Governance farmaceutica considerandolo come un modello di “government” dei professionisti camuffato da Governance per la sola partecipazione dei cittadini e in assenza di un coinvolgimento degli unici responsabili, i medici, dell’allineamento tra prescrizione, appropriatezza e sostenibilità nell’interesse della salute dei pazienti”.