I medici over 43 non sono professionisti usa e getti

I medici over 43 non sono professionisti usa e getti

15 Luglio 2019 0 Di Giovanni Senese*

Riceviamo e pubblichiamo

Lo Smi esprime seria preoccupazione per l’affaire under 43 così come affrontato e normato dal neonato Accordo collettivo nazionale della specialistica ambulatoriale.

 Gentile Direttore, le scrivo in qualità di Responsabile Nazionale Smi (Sindacato Medici Italiani) – Settore Continuità Assistenziale – che rappresenta migliaia di iscritti in tutta Italia, per chiederle cortesemente di pubblicare la seguente lettera.

Come Responsabile Nazionale Smi per il settore Continuità Assistenziale mi sento di esprimere profonda preoccupazione per l’Affaire “Under 43”, recentemente partorito dal neonato Acn della Specialistica Ambulatoriale, e che ha suscitato non poco clamore e scalpore in tutta Italia tanto da far gridare allo “scandalo” i migliaia di professionisti che si troveranno, loro malgrado, ad essere travolti da tale risoluzione adottata e voluta fortemente dall’Enpam e che ha visto d’accordo alcuni sindacati di categoria, presenti ai tavoli delle trattative, accettare tale norma e sottoscriverla. Migliaia di professionisti che si sentono addirittura traditi dai loro stessi sindacati e che invocano addirittura una cancellazione in massa dagli stessi in quanto non si sentono più rappresentati dalle stesse OO.SS. e che si stanno già adoperando per adire le vie legali al fine di produrre una Class Action contro tale  normativa rubricata all’art. 54 del recente A.C.N. della specialistica poiché stravolge regole e graduatorie fino ad intervenire a gamba tesa nella vita privata di migliaia di persone sovvertendone le legittime aspettative.

Come  Smi ci dichiariamo nettamente contrari a tale risoluzione e  auspichiamo che i firmatari, unitamente alla parte pubblica ed all’Enpam, possano rendersi conto dello scempio che tale risoluzione provocherà, in modo da poter fare marcia indietro rispetto a tale norma prevista dall’articolo 54.

Come OO.SS. di Medicina Generale, mi preme sottolineare e scongiurare – in linea con quanto asserito dal collega sindacalista Dabbene in una precedente comunicazione (“Disinformazione e fake news) ed anche in riferimento al tema “Under 43” a gli articoli riportati dalla Stampa il 9 e l’11 Luglio dedicati a tale questione – ogni possibile “contaminazione” con l’Acn della Medicina Generale, in quanto il tema dell’anticipo della prestazione pensionistica (App) non è stato ancora trattato nel nostro Acn. In ogni caso non è stata questa la causa dell’interruzione della contrattazione dell’Acn in Sisac. Resta però altrettanto vero che lo stesso Enpam sostiene da anni, e con forza, la volontà di adottare l’ App (Anticipo della Prestazione Pensionistica) anche nel nostro A.C.N. e con lo stesso limite di età, cioè “Under 43” anni.

Ci auguriamo che tutte le OO.SS., e non solo lo Smi, sapranno opporsi con fermezza, risolutezza e determinazione a tale risoluzione normativa, quando sarà presentata in Sisac (Sistema Integrato Stato-Regioni) per la relativa approvazione. Vogliamo ricordare, anche a noi stessi, che il compito di un Sindacato è quello di rappresentare e difendere, in primis, i legittimi diritti dei lavoratori, in uno spirito di collaborazione con la parte pubblica e con gli Enti di riferimento, che restano comunque, e non dimentichiamolo, la nostra controparte. Tutto ciò, senza subire diktat o sopraffazioni, poiché l’autorevolezza di un sindacato consiste nella capacità di sapersi decisamente opporre alle ingiustizie, in quanto il tema “Under 43” non è un patto generazionale ma una vera e propria ingiustizia per migliaia di colleghi e quindi uno scontro generazionale voluto da altri.

Al contrario, se tale App approderà anche con consensi nel nostro Acn il Sindacato Medici Italiani lo condannerà con forza e senza mezzi termini.

Lo Smi ostacolerà tale scempio, ““Affaire Under 43”, in tutte le sedi opportune, anche con scioperi e manifestazioni di massa in Piazza, nel rispetto delle graduatorie e dei diritti di migliaia di medici che, per anni hanno contribuito, con pochi mezzi e spesso sulla loro pelle, a migliorare la Sanità in Italia, nell’aspettativa di una convenzione di Ap che potrebbe svanire per un limite di età del tutto arbitrario, illegittimo ed anticostituzionale.

*Responsabile Nazionale Smi – Ca