I “morti viventi”
23 Marzo 2019Ci sono decessi e decessi: ci sono infatti “cari estinti” che girano in ambulanza ed ad altri che ricevono cure mediche appropriate anche post mortem.
Vanno inseriti a pieno titolo fra i miracoli della sanità campana – come ama ripetere spesso il governatore Vincenzo De Luca – i numerosi casi di “resurrezione”, o se si preferisce, di “mancata morte” di pazienti trasferiti da ambulanze private alle proprie residenze terrene, prima di iniziare il grande viaggio verso la dimora definitiva. Emerge questo da un’inchiesta del bravo Luca Abete ma, con tutto il rispetto, la cosa era quasi di dominio pubblico ed il fenomeno, per chi avrà la bontà di approfondire, non attiene solo a nosocomi dell’Asl salernitana. Basta avere le chiavi giuste – che non sono, precisamente, quelle del paradiso – e la resurrezione è fatta.
Ma all’hospice Nicola Falde di S. Maria C.V. – territorio di competenza dell’Azienda sanitaria locale di Caserta – sono riusciti a fare ancora meglio, con i pazienti che, particolarissimo dono bilocatorio, si trovavano contemporaneamente a vivere, si fa per dire, la singolare condizione di defunti non “tanto morti”. Insomma una situazione particolare tanto da non consentire ai gestori del centro la loro cancellazione dalle fatture presentate all’Asl che così ha continuato a pagare per un’assistenza mai data. A meno di dover ipotizzare, ipotesi azzardata assai, della prosecuzione ad oltranza delle cure palliative fin dentro i loculi del cimitero. In pratica, una truffa a danno del sistema sanitario regionale.
Questa almeno la tesi dell’impianto accusatorio sostenuto dalla Procura della Repubblica, presso il Tribunale sammaritano, guidata da Maria Antonietta Troncone su indagine del Nucleo antisofisticazione dei carabinieri di Caserta. Alla magistratura giudicante, giustamente, la pronuncia definitiva sulla vicenda: miracolo o svista degli inquirenti?