I pediatri: un errore riaprire asili e scuole primarie
8 Novembre 2020“Se non si tiene conto dell’evento catastrofico in atto, non si riesce a capire che la didattica a distanza (dad) è l’unica modalità che ci consente di limitare i danni”.
Scuole primarie e dell’infanzia, Antonio D’Avino e Giannamaria Vallefuoco (Federazione Italiana Medici Pediatri – Fimp): “Aprirle oggi sarebbe un grave errore, il virus si nutre di relazioni sociali. Non ci si può nascondere dietro dati parziali, bisogna considerare il contesto di riferimento”.
“Qualunque pediatra sa bene quanto sia importante la scuola per i bambini e nessun pediatra di famiglia potrebbe mai accettare che si limiti il diritto allo studio, ma soprattutto alla socializzazione, dei più piccoli. Ciò nonostante sarebbe un errore riaprire le scuole ora, il virus non ce lo consente e non si può liquidare la faccenda guardando solo ai dati della diffusione tra i bambini o alle misure di sicurezza delle scuole”.
Antonio D’Avino, vice presidente nazionale, interviene sulla questione del diritto all’istruzione dei bambini, considerando che quest’ultimo è solo parte di un problema che è ben più ampio e che presenta molte variabili.
“La scuola è un aggregatore sociale e, pur prendendo atto del numero limitato di contagi che può avvenire all’interno delle classi, dobbiamo tener presente il rischio che il contagio avvenga all’esterno dei plessi – prosegue D’Avino -. Ad esempio in attesa dell’inizio delle lezioni o all’uscita, quando decine e decine di studenti entrano in contatto con gli adulti che accompagnano o vengono a prendere i propri figli a scuola. Peraltro è ben nota l’oggettiva difficoltà nell’adozione di adeguate misure di contenimento soprattutto nella scuola dell’infanzia, dove non vi è obbligo di mascherina”.
Giannamaria Vallefuoco, segretario FIMP Campania, che già nel corso della prima ondata ha sostenuto l’importanza di tenere aperte le scuole primarie e secondarie, oltre quelle dell’infanzia, ora invita tutti a comprendere le ragioni per le quali aprire le classi sarebbe un errore: “Come tutti i virus anche il Covid si nutre di interazioni sociali. È così che questo agente patogeno buca le nostre difese e si insinua nelle nostre case. Non è in discussione né l’importanza della scuola per i bambini, né il sistema di contenimento messo in atto negli istituti. Il problema è l’indotto di relazioni social” e le interazioni che inevitabilmente si generano con l’apertura in presenza delle classi”. In sostanza, per i pediatri di famiglia della FIMP si è ormai ben oltre la soglia di contenimento che rende possibile tenere sotto controllo la diffusione della Covid.
“In Campania – dice D’Avino – siamo molto vicini ad un nuovo lockdown come unica alternativa al diffondersi incontrollato del virus. Condividiamo molte delle argomentazioni sostenute da coloro che chiedono la riapertura in presenza della scuola, ma nessuno deve mai dimenticare che l’unico modo per limitare la propagazione del virus è ridurre drasticamente i contatti sociali. Tra qualche settimana, oltre il SARS-CoV-2, circoleranno tanti altri virus, responsabili dell’influenza e di malattie respiratorie anche severe, come le polmoniti e le bronchioliti, che richiederanno un impegno sempre maggiore dei pediatri del territorio, già allo stremo per l’assistenza svolta. In questo contesto, mai prima d’ora rilevato, la consueta diffusione delle patologie respiratorie all’interno delle scuole metterebbe in ginocchio il Servizio Sanitario regionale, in questo momento sull’orlo del precipizio.
Quindi, una visione settoriale del problema, che ad esempio non valuta minimamente l’impatto del sistema dei trasporti sull’incremento dei casi positivi o quello delle malattie stagionali, che anche quest’anno si verificheranno puntualmente, non permette di soppesare gli effetti “indiretti” dell’apertura delle scuole sulla diffusione del contagio.
“Se non si tiene conto dell’evento catastrofico che ci è piombato addosso – proseguono i pediatri – non si riesce a capire che la didattica a distanza (dad) è, nell’attuale scenario epidemiologico, l’unica modalità che ci consente di limitare i danni. Tutti noi speriamo si possa tornare presto alla normalità, alle nostre consuetudini giornaliere, ma in un momento così emergenziale la dad è l’unico strumento che garantisce il diritto allo studio dei nostri piccoli pazienti, pur con tutti i suoi limiti. Questa è una di quelle condizioni in cui dobbiamo avere il coraggio di scegliere il male minore, atteso che la scelta di privare i bambini del confronto quotidiano in presenza con i propri coetanei è dolorosissima: se tra dieci giorni riaprissero le scuole calpesteremmo il diritto fondamentale di ogni cittadino campano alla salute, individuale e della collettività, oltre a favorire il già esponenziale aumento dei contagi”.