I sindacati dicono no all’organizzazione della Na3
17 Luglio 2019Ci sono enormi vuoti d’organico e questo è problema comune a tutta la regione, ma la risposta non può venire che dal reclutamento di forze aggiuntive.
Che succede in costiera? Come lavorano gli ospedali di Castellammare di Stabia e di Gragnano per fronteggiare l’emergenza medici?
Male, molto male secondo le organizzazioni sindacali che proprio ieri hanno coinvolto la Regione con un’opposizione formale contro le iniziative adottate nell’Asl Napoli 3. Delle “disposizioni di servizio” sarebbero in aperto contrasto con la nota regionale messa a punto il 4 luglio dopo un confronto con l’avvocato Antonio Postiglione, direttore generale per la tutela della salute. La nota di opposizione è condivisa da tutti i rappresentanti sindacali (Anaao Assomed, Aaroi Emac, Cimo, Cgil Fp medici, Cisl medici, Cgil Fp spta, Uil Fp medici, Fvm, Fassif, Fedirtets, Fesmed, Aupi, Sinafo, Snr, Sidirss e Ugl medici) che ricordano che per fronteggiare le criticità assistenziali nell’area emergenza – urgenza, come concordato, si deve fare ricorso alle prestazioni aggiuntive, visto anche il risparmio derivante all’azienda dalle mancate assunzioni. “Noi come Cisl Medici – chiarisce Lino Pietropaolo, segretario provinciale della sezione “medici” – siamo per le assunzioni che risolverebbero in maniera quasi definitiva il problema dei vuoti di organico.
Chiarito che al momento non si può fare affidamento su nuovi medici da inserire in organico chiediamo che bisogna fare di tutto per coprire i turni vacanti con prestazioni aggiuntive o, comunque con modalità volontarie ed incentivate. Solo se queste operazioni non danno i risultati sperati si può passare ad altri istituti contrattuali purché nella chiarezza, nella trasparenza ed equità dei criteri adottati e preventivamente concertati con le organizzazioni sindacali”.
A Castellammare di Stabia e nell’ospedale di Gragnano invece con l’implicita autorizzazione della direttrice generale Antonietta Costantini e del direttore sanitario aziendale Luigi Caterino sono stati inseriti nei turni di pronto soccorso medici che non hanno alcuna pratica e alcuna esperienza del lavoro da fare in situazioni di urgenza ed emergenza.
Non si tratta di una nuova organizzazione, ma di una disorganizzazione che rischia di mettere in difficoltà i medici obbligati con ordine di servizio a lavorare in pronto soccorso, ma soprattutto questa novità si presenta ad alto rischio per i pazienti della costiera sorrentina. La presa di posizione dei sindacati è chiara: revoca immediata della disposizione in oggetto, presa in carico dei turni di pronto soccorso da parte della direzione sanitaria aziendale che dovrà ovviamente concertare le novità con le organizzazioni sindacali della dirigenza medica, a garanzia dei Lea e della salute dei cittadini.