Ictus ed infarto, ansia e insonnia ne aumentano il rischio
10 Maggio 2023Disturbi come ansia, depressione e insonnia potrebbero aumentare il rischio di ictus e infarto.
Lo dice uno studio apparso sull’European Journal Of Preventive Cardiology, l’autore è Eue-Keun Choi della Seoul National University College of Medicine, Repubblica di Corea.
Lo studio ha utilizzato il database del National Health Insurance Service coreano, che copre l’intera popolazione del paese.
Sono stati inclusi 6.557.727 individui di età compresa tra i 20 e i 39 anni che si sono sottoposti a visite mediche tra il 2009 e il 2012 e che non avevano una storia di infarto o ictus. L’età media era di 31 anni. Circa 856.927 (13,1%) partecipanti presentavano almeno un disturbo. Tra questi quasi la metà (47,9%) soffriva di ansia, più di uno su cinque (21,2%) di depressione e uno su cinque (20%) di insonnia. I partecipanti sono stati seguiti fino a dicembre 2018, durante un follow-up di 7,6 anni si sono verificati 16.133 infarti e 10.509 ictus.
È emerso che i partecipanti con uno dei disturbi individuati avevano una probabilità di infarto del 58% superiore e un rischio di ictus del 42% superiore rispetto a quelli senza disturbi. Il rischio di infarto era elevato per tutti i disturbi studiati, con un’entità che variava da 1,49 a 3,13 volte.
Rispetto ai partecipanti senza disturbi, il rischio di infarto era 3,13 volte più alto nei soggetti con disturbo post-traumatico, 2,61 volte più alto per la schizofrenia, 2,47 volte più alto per il disturbo da uso di sostanze, 2,40 volte più alto per il disturbo da uso di sostanze, 2,29 volte superiore per il disturbo di personalità, 1,97 volte superiore per i disturbi alimentari, 1,73 volte superiore per l’insonnia, 1,72 volte superiore per la depressione, 1,53 volte superiore per l’ansia. Il rischio di ictus è risultato più di tre volte maggiore per il disturbo di personalità, 2,95 per la schizofrenia, 2,64 per il disturbo bipolare, 2,44 per il disturbo da uso di sostanze, 1,60 per la depressione, 1,45 volte maggiore per l’insonnia. Lo studio suggerisce di trattare i problemi psicologici per difendere anche la salute fisica.