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Il 2025 sarà l’anno dell’Aviaria?
22 Febbraio 2025Il maestro, un uomo dall’apparente età di cinquanta anni, il volto incorniciato da un segmento di barba bianca, si alzò di scatto spingendo la sedia della cattedra contro la parete. Era contrariato per il continuo vociare e perché nessuno di noi seguiva la lettura del solito privilegiato: il “secchione” del primo banco. Un racconto dal titolo “Il pattino d’argento”. Il Maestro ci guardò ma lo sguardo non era rassicurante. Non sorrise e disse “dettato”.
Il dettato e le tabelline erano la madre di tutte le battaglie dove la matita rosso e blu del maestro si sbizzarriva e il voto finale per alcuni era uno zero meno.
Presi la penna, un sottile astuccio di legno colorato. Intinsi, nel calamaio del banco, il pennino a cavallotto, un pennino di lusso riservato a pochi esperti sulle sue proprietà. Iniziai a scrivere. Scrivendo non mi accorsi che lungo il pennino scendeva una goccia di inchiostro nero come pece. Un fatto che accadeva molto spesso e che non risparmiava nessuno di noi, non il banco e le dita. L’inchiostro si posò globoso e rotondo con i margini che iniziarono a scivolare lungo il foglio. Presi la carta assorbente e la stesi sulla macchia. L’inchiostro risucchiato iniziò a spandersi lentamente sull’assorbenza. Divenne un’isola geografica, dai contorni frastagliati.
Era tempo di Covid 19. In un pomeriggio senza fretta, dove il ticchettio dell’orologio nel silenzio della stanza mi ricordava che le ore sono, relativamente alla logica del tempo, un eterno presente. Immaginavo una similitudine tra questo ricordo e le “Pandemie”.
Accostavo queste ultime, alla goccia di inchiostro, indisciplinata e inattesa, al suo inizio occultato e subdolo.
La goccia virale si era distese su un mondo confuso, violento che l’assorbì. Seminò con le gocce di flugge malattia e morte fino a esaurire la sua carica virale.
I bambini e gli adolescenti sono, la carta assorbente della vita e lo diventano maggiormente in periodi particolari ed emotivamente coinvolgenti e inattesi.
Perché riportare alla mente del lettore un evento che, per molti, appartiene a un passato remoto e smuovere le cellule dormienti dei ricordi tristi?.
Il Prof. Matteo Bassetti, scienziato di valore internazionale, direttore del reparto di malattie infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova afferma in una recente intervista: “Temo che il 2025 possa diventare l’anno dell’aviaria…perché il virus sta mutando…diventerà un’infezione trasmissibile da uomo a uomo e non sappiamo quando accadrà ma è probabile che possa accadere nel 2025”.
Le Pandemie sono la caverna delle ombre dove ciascuno di noi personifica fantasmi, emozioni, i disturbi del sonno, l’ansia, le alterazioni comportamentali e relazionali, il presente, il futuro. Apre la porta alla precarietà della vita, alla perdita di affetti, sicurezze. Chiude le scuole, i luoghi di aggregazione, allontana gli insegnanti, i nonni, gli amici. Nei nuclei familiari in quarantena i piccoli e gli adolescenti assorbono degli adulti, le macchie, le paure, le ansie e, gli adulti… sviluppano un patologico istinto di protezione. Per un processo di reciprocità, si realizza un interscambio di emozioni che viaggiano in spazi condivisi e obbligati dalla prudenza e dall’isolamento. Viviamo di gesti e parole, di una televisione dell’audience, che riporta follie e saggezza, violenze e atti di dedizione. Tutto diventerà una traccia indelebile, soprattutto, nel futuro delle persone psicologicamente e fisicamente più fragili. Determinerà una barriera, una distanza di sicurezza con l’altro perché la Pandemia è la Peste descritta da Marsilio Ficino: “un vapore velenoso che entra per la bocca, il naso e tutti i pori”.
Il suo retaggio, nel romanzo di Camus “la Peste”, è l’allegoria di ogni male che è nell’uomo. Lo libera dalle regole della convivenza e diventa sopraffazione, confusione. L’esperienza del Covid19 traccerà da adesso una diversa umanità, in molti un senso di responsabilità e alterità fino al sacrificio.