“Il carcere in Campania ai tempi del Covid”
31 Luglio 2020Rosetta D’Amelio: “Occorre evitare che in questo periodo la solitudine e il vuoto dei trattamenti e dei percorsi progettuali uccidano più di una pandemia”.
“Il Covid ha amplificato i problemi già esistenti nelle carceri. Ora bisogna avere il coraggio di sostenere misure detentive alternative per alleggerire la pressione del sovraffollamento, incrementare le figure sociali nelle carceri e attuare progetti di socializzazione, rieducativi e umanizzanti. Per questo la Regione sta riprogrammando le risorse per interventi e progetti come, ad esempio, la realizzazione di un campetto di calcio all’interno del carcere di ad Ariano Irpino e la casetta dell’acqua a Sant’Angelo dei Lombardi”.
Così dichiara il presidente del Consiglio Rosetta D’Amelio, intervenendo alla presentazione della relazione annuale sulle attività svolte dal Garante dei detenuti, il quale ha distribuito un rapporto dettagliato sulle attività, criticità e sui progetti realizzati negli istituti penitenziari della Campania durante l’emergenza sanitaria legata al virus Sars Covid-19 intitolato “Il carcere in Campania al tempo del Covid”.
“La relazione presentata da Ciambriello – ha sottolineato D’Amelio – è puntuale ed è il frutto di un lavoro tenace con il quale ha incontrato e ascoltato migliaia di detenuti, ha visitato le strutture, è intervenuto in situazioni difficili, come nei giorni delle proteste scoppiate in molti istituti penitenziari italiani e anche in Campania durante la quarantena, diventando un saldo punto di riferimento per gli operatori e i detenuti”
“Purtroppo – ha continuato il presidente del Consiglio – dobbiamo registrare che Il sovraffollamento, le celle e le condizioni di detenzione violano ancora la Convenzione europea. Le nostre strutture detentive appaiono ancora inadeguate ad una vita dignitosa. Basti ricordare che il 22% delle strutture non presenta docce in camera e il 37% degli istituti non prevede servizi igienici essenziali nella stanze. Il Covid poi ha amplificato i problemi. La spia di questo disagio è il dato preoccupante dei suicidi. Sono 29 i detenuti che su tutto il territorio nazionale si sono tolti la vita da inizio dell’anno, di cui 6 solo in Campania. E appena domenica scorso, nel carcere di Fuorni, c’è stata la settima vittima da inizio dell’anno”.
“Occorre intervenire e invertire la rotta. Certo – ha ricordato il presidente – molte competenze in materia non sono della Regione. Ma bisogna avere il coraggio di sostenere misure detentive alternative al carcere per alleggerire la pressione del sovraffollamento, cosi come sancito dall’art. 27 della Costituzione. Occorre evitare che in questo periodo la solitudine e il vuoto dei trattamenti e dei percorsi progettuali uccidano più di una pandemia. Il congelamento delle attività di risocializzazione, di volontariato, e di reinserimento, la diminuzione dei contatti con i propri affetti ha prodotto un evidente senso di abbandono e arrendevolezza. Per questo, per quello che compete alle Regioni, puntiamo ad incrementare le figure sociali nelle carceri e attuare progetti rieducativi e umanizzanti. Il campetto di calcio all’interno del carcere di ad Ariano Irpino e la casetta dell’acqua a Sant’Angelo dei Lombardi sono due esempi di come si possano concretamente migliorare le condizioni di vita dei detenuti”.