Il caregiver, aspettando una legge per una categoria che il lockdown ha messo in ginocchio
21 Settembre 2020La prima regione a prevedere tutele maggiori per i caregivers è stata l’Emilia Romagna seguita da Abruzzo, Campania, Lazio, Marche Piemonte, Lombardia e Sardegna.
In Italia si contano 8,5 milioni di caregivers stremati dalle cure di figli, genitori e compagni disabili durante il lockdown, quando i centri per disabili hanno chiuso. Oggi più di ieri si sollecita una legge seria che riconosca il loro ruolo. Da agosto presso la commissione lavoro del Senato giace il testo numero 1461, una proposta di legge che deve ancora essere discussa e approvata. La proposta recante “Disposizioni per il riconoscimento e il sostegno del caregiver familiare” arriva su iniziativa della senatrice Simona Nunzia Nocerino del M5S e gode di appoggio bipartisan. Per molti di loro è un primo passo ma non abbastanza, ci sono genitori che assistono i figli disabili da vent’anni tutti i giorni, per esempio, e con l’avvallo di questa legge si vedrebbero riconosciuti 3 anni di contributi figurativi, un po’ poco. La disabilità è un fatto pubblico non privato, per questo si chiede più attenzione da parte delle istituzioni. La parola caregiver si potrebbe tradurre letteralmente in italiano con “chi dà le cure”. Il caregiver dunque è una persona che si occupa di un familiare, con disabilità o difficoltà. Una figura che purtroppo vive di solito nel silenzio laddove la normativa per il riconoscimento e la tutela di quest’operatore è ancora poco efficace. Esistono a oggi i permessi 104, un bonus (fermo) e un fondo per i caregivers, ma non sono sufficienti. Il caregiver familiare è quella persona che a titolo gratuito e fuori dall’ambito professionale si occupa dell’assistenza di un familiare disabile o che comunque non sia autosufficiente. L’Istat ha stimato che i caregivers in Italia sono oltre il 17% della popolazione. Di questi almeno 7,3 milioni sono familiari delle persone bisognose di cure e le famiglie con i casi più gravi che richiedono quindi uno sforzo maggiore sono 600mila. I numeri parlano di una buona fetta della popolazione e secondo uno studio del premio Nobel Elizabeth Blackburn questi hanno un’aspettativa di vita più bassa della media e che va dai 9 ai 17 anni in meno. Il caregiver infatti deve: assistere il malato somministrando farmaci o terapie; deve occuparsi dell’acquisto e prescrizione dei medicinali, nonché delle visite mediche specialistiche; deve occuparsi in molti casi dell’igiene personale del malato quando non è autosufficiente; deve occuparsi dei pasti e tutto ciò che concerne la cura e l’assistenza del familiare con disabilità o altra patologia. Un lavoro molto faticoso sia a livello fisico sia psicologico. Tutto ciò all’ombra di istituzioni dove una legge che li tuteli davvero manca. A oggi, infatti, a tutela dei caregiver vi è solo la legge 104 per i tre mesi di permesso mensili per chi deve assistere i familiari con disabilità o anche il congedo straordinario fino a due anni per i casi più gravi. Questo non è sufficiente per permettere al caregiver di avere una propria vita che vada al di là dell’assistenza del malato. Ci sono inoltre dei bonus e agevolazioni per i caregivers. Tra questi per esempio il fondo statale previsto dalla Legge di bilancio 2018 per i caregivers familiari di 20 milioni l’anno per un totale di 60 milioni fino al 2020. A oggi solo le iniziative delle regioni si muovono in direzione di una tutela del caregiver, laddove lo Stato non riesce a dare risposte certe. La prima regione a prevedere tutele maggiori per i caregivers è stata l’Emilia Romagna seguita da Abruzzo, Campania, Lazio, Marche Piemonte, Lombardia e Sardegna. Dal 2014 in Emilia Romagna esiste una legge regionale riportante “Norme per il riconoscimento e il sostegno del caregiver familiare” con la quale si riconosce la figura del caregiver come integrata nei servizi assistenziali e socio-sanitari. Sempre la Regione Emilia Romagna ha preso parte delle risorse per sostenere i caregivers dal fondo regionale per la non autosufficienza. Da queste risorse quindi prende corpo l’assegno di cura di cui il caregiver e la propria famiglia può beneficiare mensilmente. La speranza di tutti è che anche dallo Stato arrivi una legge efficace in tempi brevi, che tuteli al meglio chi si prende cura di un disabile a tempo pieno.