Il clima nella storia dell’uomo
21 Maggio 2023“Esistono soltanto due cose: scienza e opinione; la prima genera conoscenza, la seconda l’ignoranza”. Ippocrate
Grande nell’antichità è l’interesse per la meteorologia. Diffuso e documentato nelle diverse civiltà. È astrologia, mitologia, predizione: un universo di divinità e folletti capricciosi in grado di abitare l’universo, possederne le molteplici espressioni, la profondità, le luminarie e condizionare la vita e il corso della storia. L’uomo è da sempre alla ricerca di una maggiore conoscenza del creato. Ha la consapevolezza della sua finitezza e della distanza incolmabile tra l’infinitamente piccolo e smisuratamente grande. Platone nei “Dialoghi del Timeo” afferma che dei fenomeni atmosferici e celesti si possono avere opinioni probabili ma non certezze. L’autorità di Platone ha tracciato un limite a interrogativi e ricerche sull’argomento. Diverso l’atteggiamento dell’Ulisse di Omero, interprete, del mito che alberga in ciascuno di noi. L’eroe supera le colonne d’Ercole e risveglia il desiderio di conoscenza e lo spirito d’avventura nei compagni: “fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtude e conoscenza”. Diogene di Apollonia (V sec. a.C.) stabilisce una corrispondenza tra corpo umano e cosmo. Scrive di un’etica rivolta a un intimo interesse del creato. Pitagora, filosofo e matematico, nato a Samo in Grecia verso la fine del VI sec. a.C., morto a Metaponto intorno al 480 a.C., crea una equivalenza tra uomo e universo. Interpreta la malattia come conseguenza del turbato equilibrio tra corpo, anima e cosmo. Una relazione sottolineata da Empedocle (V sec. a.C.) nel “Principio dei Quattro”: Quattro sono gli elementi: fuoco, terra, aria, acqua-Quattro le stagioni. Quattro gli stati d’animo dell’uomo ad esse collegati. Siamo di fronte a un susseguirsi di interrogativi e ricerche che preludono al tempo nuovo della “tecné” ovvero di una medicina di competenza in grado di conseguire, attraverso lo studio delle cause, il ristabilimento della salute e del benessere del malato.