Il commissario straordinario sui furbetti del cartellino
19 Luglio 2019Anna Iervolino: “Si chiude un percorso d’indagine avviato più di quattro anni fa, ringraziamo la magistratura alla quale questa Azienda assicurerà sempre la massima collaborazione”.
Sulla vicenda, deprecabile, dei sessanta dipendenti che timbravano per poi dedicarsi ad altre attività interviene il vertice del nosocomio. “Se ci sono dei comportamenti scorretti è bene che vengano individuati e sanzionati, perché la leggerezza o la mancanza di senso civico di pochi finiscono poi per penalizzare il buon nome e tutta la squadra del Cardarelli, fatta di grandi professionisti e lavoratori instancabili. In questo senso mi sento di ringraziare la magistratura che è sempre, come in questo caso, pronta a raccogliere le segnalazioni che arrivano da questa Direzione generale per poi portare luce nelle zone grigie”.
Questo il commento del commissario straordinario del Cardarelli, Anna Iervolino, in merito agli avvisi di conclusione indagine notificati in mattinata a sessantadue dipendenti dell’Azienda ospedaliera per presunte anomalie nell’uso dei vecchi badge marcatempo (già da un anno sostituiti da quelli ad impronte digitali). Si conclude così un percorso di indagini iniziato più di quattro anni fa, sotto la direzione di Ciro Verdoliva (oggi commissario straordinario dell’Asl Napoli 1 Centro) e proseguito nel segno di una continuità d’intenti con l’attuale management aziendale. “Il nostro compito come amministratori di questa Azienda – dice Anna Iervolino – è anche quello di vigilare con rigore sul rispetto delle regole e sulla trasparenza di tutto ciò che accade. È quanto ci chiede la nostra coscienza e la nostra professionalità, ed è anche il mandato che con grande forza ci è stato dato dal presidente Vincenzo De Luca”.
Ed è proprio per dare trasparenza al lavoro dei 3.000 dipendenti del Cardarelli che a partire dal 2017 il management aziendale ha intrapreso il percorso amministrativo e tecnico per il passaggio ai marcatempo con il rilevamento delle impronte digitali. “Una misura – conclude Iervolino – che è stata accolta di buon grado dalla stragrande maggioranza dei nostri dipendenti, proprio perché consente di eliminare qualsiasi ombra di dubbio sul rigoroso rispetto degli orari di lavoro. Distinguendo chi ci mette l’anima da quanti credono di fare i furbetti”. L’Azienda ha già provveduto ad avviare i procedimenti disciplinari nei confronti dei dipendenti coinvolti nell’indagine e si costituirà parte civile.