Il Consiglio di Stato “stabilizza” il lavoratori somministrati

Il Consiglio di Stato “stabilizza” il lavoratori somministrati

12 Dicembre 2020 0 Di La Redazione

In particolare, il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Caserta “Sant’Anna e San Sebastiano” ha 15 giorni per procedere alla stabilizzazione.

 

“Con questa sentenza per la prima volta il Consiglio di Stato costringe e nomina un commissario ad acta sia per garantire in un concorso la riserva del 50 per cento dei precari e sia per stabilizzare i lavoratori somministrati fino ad oggi esclusi”. Questo il comento della Cisl.

Le battaglie della Funzione Pubblica trovano fondamento nelle aule di tribunale. Nel caso specifico La Cisl insieme all’avvocato Giuseppe Cundari è riuscito a chiarire e fare giustizia in una vicenda che riguarda la procedura di stabilizzazione del personale precario, non dirigenziale, appartenente al comparto Sanità regolamentata dal d.lgs. numero 75 del 2017. In particolare il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Caserta “Sant’Anna e San Sebastiano” ha 15 giorni per procedere alla stabilizzazione. La sentenza emessa dal Consiglio di Stato nomina il commissario ad acta che potrebbe essere individuato nella figura del Prefetto di Caserta (da pagare con fondi del bilancio aziendale) e condanna alle spese legale per l’inerzia ad ottemperare ad un’ordinanza del Consiglio di Stato deliberando un concorso senza fare la procedura di stabilizzazione. 

“Una grande vittoria – spiegano Doriana Buonavita segretario generale Cisl Campania e Lorenzo Medici segretario regionale Cisl Fp Campania –  si apre uno spiraglio non solo per le persone che hanno fatto ricorso ma per tutte le aziende che troppo spesso tentano di fare i ‘furbetti dei concorsi’. Apre una prospettiva ribaltando l’orientamento generale. I precari sono da sempre la battaglia che la Cisl combatte a testa alta e in questo caso abbiamo trovato in questa sentenza che farà giurisprudenza la conferma di ciò in cui abbiamo sempre creduto perché adesso ci saranno ottimi riscontri con la flessibilità e l’articolo 36 del Dl 165. È un atto di giustizia nei confronti di lavoratori considerati erroneamente figlio di un dio minore e tra le basi di una riapertura del tavolo regionale per procedere al più presto ad una integrazione delle linee guida sui precari”.