Il Coronavirus ha rallentato gli screening oncologici

Il Coronavirus ha rallentato gli screening oncologici

12 Maggio 2020 0 Di La Redazione

Secondo un’indagine effettuata da Nomisma – per giungere a fine anno “in pari” con gli anni precedenti – si dovranno effettuare negli ultimi 4 mesi dell’anno 1,2 milioni di test mammografici.

 

Per fine d’anno, sono quasi 4 milioni gli screening oncologici che dovranno essere effettuati per mettersi “in pari” con gli anni precedenti a causa del lockdown. È quanto emerge dallo studio di Nomisma ‘Il peso del lockdown sugli screening oncologici’. Dopo lo stop delle attività ambulatoriali e di ricovero non urgenti disposto con la fase 1 dell’emergenza Coronavirus, spiega Nomisma, è stata avviata la graduale riapertura della sanità ordinaria e la riprogrammazione, da parte delle Aziende Sanitarie, delle attività di erogazione delle prestazioni di ricovero e ambulatoriali non urgenti. Ma la ripresa delle attività “troverà – verosimilmente – piena applicazione solo da settembre”. Per questo, il Servizio sanitario ad inizio settembre si troverà ad aver eseguito solo un terzo dei test di prevenzione effettuati in un anno per tumore a seno, cervice uterina e colon retto.

Per Nomisma – per giungere a fine anno “in pari” con gli anni precedenti – si dovranno effettuare negli ultimi 4 mesi dell’anno 1,2 milioni di test mammografici, 1,1 milioni cervicali e circa 1,6 milioni colorettali. Numeri “straordinari che il Ssn farà fatica a soddisfare nel breve periodo”. Il recupero dei ritardi accumulati si troverà ostacolato da molteplici fattori quali, primi fra tutti, il distanziamento sociale che imporrà un contenimento degli accessi nelle strutture e una possibile iniziale refrattarietà della popolazione a sottoporsi ad esami diagnostici che, purtroppo, in diversi casi (in particolare in alcune regioni) vengono ancora considerati non strettamente necessari o comunque rimandabili.

Nomisma prevede dunque una “pianificazione del recupero non sul breve, ma almeno sul medio periodo e un’interpretazione dell’esperienza legata all’emergenza Coronavirus quale input per un aggiornamento delle strategie e degli impianti organizzativi adottati fino ad ora”.