Il diritto alla dignità del lavoro

Il diritto alla dignità del lavoro

4 Maggio 2020 0 Di Salvatore Caiazza*

In Campania i Medici di Medicina Generale rischiano di ritornare nella condizione dei “cafoni” di inizio ‘900. Si sta tornando indietro verso una condizione di schiavitù mascherata.

 

Oggi inizia la fase 2 nella lotta a questa pandemia.

È una fase di risveglio da una condizione di mancanza parziale della nostra libertà.

Che cosa è la libertà? Sembra una cosa scontata, eppure nei secoli scorsi e in un recente passato, durante il ventennio fascista, non era così scontata! Ci sono state lotte di uomini e donne e parecchi di loro sono morti per rivendicare la libertà: la libertà di esprimersi, di esercitare un culto religioso, di avere un’ideologia politica e di poterla palesare pubblicamente. Anche il diritto al lavoro è stata una conquista. Mica esistevano i diritti dei lavoratori! Mica esisteva il SINDACATO! Sono state tutte conquiste che sono costate con la vita, ripeto, a tanti uomini e donne.

Oggigiorno, piuttosto che evolvere verso il meglio, ho l’impressione che si stia tornando indietro verso una condizione di schiavitù mascherata, in quanto il lavoro da tanti, soprattutto dai giovani, non viene percepito più come un diritto, diritto su cui si fonda il primo articolo della nostra Costituzione, ma come un favore da avere dal consigliere comunale, dal sindaco, dal politico regionale, nazionale, come se questi ultimi avessero sostituto i nobili latifondisti del meridione che facevano lavorare i contadini, o come li chiamavano loro, i CAFONI, dall’alba al tramonto per un misero pezzo di pane.

Nella nostra Categoria, da quando mi sono abilitato, spesso ho visto colleghi trattati come quei cafoni di inizio secolo scorso. Ma come! Eppure siamo medici! Abbiamo studiato, abbiamo sostenuto tanti difficili esami. Abbiamo sviluppato il pensiero! Eppure nell’esercitare il diritto al lavoro, nell’esercitare la nostra Professione, sembra spesso che siamo tornati all’inizio del ‘900 e noi, nonostante siamo dei professionisti, veniamo trattati come i cafoni nelle terre dei signori.

Qualcuno potrebbe dire che stia esagerando! Eppure nonostante siamo nel 2020, noi, Medici di Medicina Generale in Campania dobbiamo lottare per avere la convenzione! Per avere l’incarico provvisorio! Per avere il diritto al rispetto dell’ordine di reperibilità in Continuità Assistenziale! Per essere pagati secondo contratto per una sostituzione di Medicina di Famiglia! E i diritti conquistati che fine hanno fatto? Si continua ad essere calpestati nonostante abbiamo l’istituzione del sindacato di Categoria! Sindacato che ha il dovere di tutelare anche il singolo medico in difficoltà, proprio perché è un’istituzione costituzionale, altrimenti si rischia di trasformarlo in una loggia massonica.

Allora la rinascita della fase 2 dell’emergenza Covid deve essere accompagnata da una rinascita di coscienze per rivendicare i nostri diritti di professionisti, altrimenti pian piano ci ritroveremo sempre più sottopagati, sempre più precari, sempre più derubati nel nostro diritto al lavoro. Un lavoro con la L maiuscola che ci siamo conquistati con i nostri sacrifici universitari, economici e non, e con i percorsi che quotidianamente ognuno di noi si è costruito e continua a costruirsi.

*Portavoce Medici senza Carriere