
Il fegato si ammala in silenzio, ma può essere salvato anche a tavola, perché “il cibo è medicina”
17 Aprile 2025
In aumento le malattie metaboliche del fegato: 1,5 miliardi di persone colpite nel mondo, 2 milioni di morti ogni anno. Il World Liver Day 2025 si celebra il 19 aprile.
Le malattie di fegato rappresentano una vera emergenza sanitaria globale: 1,5 miliardi di persone nel mondo vivono con una malattia epatica cronica e ogni anno si perdono 2 milioni di vite per questa causa. Oltre alle patologie epatiche correlate ai virus e all’alcol, è sempre più diffusa la malattia del fegato causata dalla disfunzione metabolica e pertanto associata anche a scorretti stili di vita.
Epatologi italiani in prima linea
Le malattie epatiche, infatti, possono rimanere a lungo latenti, prima di degenerare in cirrosi ed epatocarcinoma. Dietro a questa epidemia silenziosa c’è spesso una cattiva alimentazione. Ecco perché la Giornata Mondiale del Fegato 2025, che si celebra il 19 aprile, lancia un messaggio forte con lo slogan di quest’anno: “Il cibo è medicina”. L’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato si conferma in prima linea nell’adesione a questa iniziativa.
L’alimentazione sta uccidendo ma può salvare.
Cibi ultra-processati, zuccheri aggiunti, porzioni esagerate, consumo eccessivo di carne rossa e grassi saturi, oltre all’eccessivo consumo di alcol, stanno compromettendo la salute di milioni di persone. Il fegato – che regola oltre 500 funzioni vitali, dalla detossificazione alla digestione – è spesso la prima vittima. Una delle patologie in rapida crescita è la MASLD (Malattia Epatica Steatosica Associata a Disfunzione Metabolica), strettamente collegata a obesità, diabete e dislipidemie. Spesso non dà sintomi nelle fasi iniziali, ma può evolvere in cirrosi e tumore epatico. È possibile diagnosticarla precocemente con una semplice ecografia epatica. Se diagnosticata, è possibile invertire i danni epatici nelle fasi iniziali con un’alimentazione equilibrata e un corretto stile di vita. Una dieta ricca di verdura, frutta, cereali integrali, proteine magre e grassi “buoni”, come quella mediterranea, può ridurre il grasso nel fegato, contrastare l’infiammazione, prevenire il peggioramento della malattia, migliorare la sensibilità insulinica. Perdere anche solo il 5-10% del peso corporeo può fare la differenza tra un fegato malato e uno in via di guarigione.
“Il fegato è un organo straordinario e grazie alla sua capacità di rigenerarsi – sottolinea il Prof. Giacomo Germani, Segretario AISF – È possibile, con le giuste scelte alimentari, proteggerlo e persino invertire certi danni. Mangiare “bene” per il fegato, significa privilegiare alimenti freschi e naturali come frutta e verdura di stagione, cereali integrali, legumi, pesce, olio extravergine d’oliva. Limitare gli zuccheri semplici, cibi processati e le bevande zuccherate. Senza dimenticare i danni che può provocare l’alcol. Serve equilibrio, varietà e costanza. E magari, ogni tanto, fermarsi a pensare a cosa stiamo dando al nostro corpo e al nostro fegato”.
La Giornata Mondiale del Fegato è un’iniziativa guidata dall’Associazione europea per lo studio del fegato (EASL), dall’Associazione asiatica del Pacifico per lo studio del fegato (APASL), dall’Associazione americana per lo studio delle malattie del fegato (AASLD), dall’Asociacion Latinoamericana para el Estudio del Higado (ALEH) e la Society on Liver Disease in Africa (SOLDA), sotto l’egida della Coalizione Healthy Livers, Healthy Lives. La campagna di quest’anno mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo vitale del fegato e sull’importanza di adottare uno stile di vita sano a partire dalla corretta alimentazione, che può anche rendere reversibili alcune patologie. Per questo, la Giornata Mondiale del Fegato invita non solo le persone a cambiare il proprio stile di vita, ma si rivolge anche alle istituzioni affinché impongano etichette trasparenti, limitazioni ai cibi spazzatura, mense scolastiche sane, educazione nutrizionale nelle scuole.