Il “Generale Inverno” e le donne Ucraine
9 Febbraio 2022Che la situazione sia difficile anche qui da noi lo dimostra il fatto che rivalità storiche si stanno ammorbidendo ed al grido “ l’unione fa la forza” le varie associazioni del turismo e di tutto quello che gira intorno si stanno consociando ed iniziano ad operare insieme. Le “ SIGLE” sono il chiaro sintomo dell’agonia dell’ attività produttive , il risultato più evidente delle conseguenze della pandemia su un tessuto sociale ed economico che veniva addirittura invidiato.
Intanto i venti di guerra che soffiano dalla lontana Ucraina , la più estesa nazione Europea ( Est-Ovest) dopo la Russia , spirano anche per noi. Gli abitanti della Penisola Sorrentina ed in genere tutti gli Italiani, conoscono questa grande nazione , cerniera tra occidente ed oriente Europeo, grazie alla massiccia presenza delle sue donne che sono arrivate qui da noi dagli anni ottanta in poi. Le prime ondate riconoscibili dai tipici “ maccaturi” , fazzolettoni colorati con il quale si coprivano la testa, segno della loro provenienza contadina.
Hanno supplito a lavori che le italiane non volevano più espletare , in particolar modo assistere gli anziani e fare le mansioni più faticose in ristoranti, alberghi,lavori domestici. Il loro contributo è stato spesso esemplare e comunque fondamentale per la tenuta delle famiglie e di tante situazioni sociali.
Qui da noi , per lo meno quelle delle prima ora, potevano essere viste di solito o il giovedì pomeriggio o la domenica sulle panchine della stazione Circum di Sorrento scambiarsi confidenze e consigli.
Colf e badanti con le loro strane capigliature , trecce lunghe o tagli minimalisti , che hanno ricoperto , insieme alle moldave ,polacche e bielorusse, il 75% del bacino occupazionale badanti e colf. Si sono adattate a tutto pur di poter effettuare salvifiche rimesse a casa e sottrarre le famiglie alla fame. Nonne che sono riuscite anche a mantenere i nipoti agli studi universitari permettendo a loro un futuro.
Purtroppo alcune di loro hanno dovuto subire una sorte di onta a causa delle loro lunghe permanenze in Italia e dei viaggi avventurosi per arrivarci , tanto che spesso sono state considerate estranee alla loro Patria ed finanche alla loro famiglia. Spesso per naturale invidia o per usuali pettegolezzi femminili , ma in effetti solo perché “ ricche” rispetto alle origini poverissime ed al reddito medio dell’Ucraina. Chiaramente ci riferiamo a quelle “ scappate” dopo il crollo dell’Unione Sovietica , la fine del comunismo , la catastrofe di Chernobyl . La maggior parte provenienti dalle campagne ai confini con la Polonia o la Romania che per prime hanno esplorato la nostra nazione affrontando tante difficoltà e lunghi e scomodi viaggi. Spesso depredate dei loro poco averi da doganieri senza scrupoli o ancor peggio, cose che avevano già sperimentato sul lavoro o per ottenere un posto nelle fabbriche statali sotto il controllo russo, un mobbing generalizzato .
Ed anche da noi , non tutte , sono state additate come “sfascia famiglie “ ed attizzato la gelosia delle nostre signore, quelle che le avevano affidate i genitori e la pulizia dei bagni.
Da poco di più di un decennio i viaggi in vecchi e sgangherati buses sono stati sostituiti con gli aerei o con servizi di trasporto più comodi e più efficienti; le nuove arrivate più giovani e più belle, più istruite e già aduse all’uso degli strumenti telematici di comunicazione.
Una vita più decente , assicurate, affidate a patronati.
All’immaginario collettivo sia le prime che le ultime arrivate hanno rappresentato la Ucraina come una nazione povera, brutta,senza storia.
Eppure non è così.
E’ stata una grande nazione piena di storia, le sue città erano bellissime ( ed alcune ancora lo sono vedi Kiev o Leopoli ) con giardini fioriti e curati, antiche ed artistiche cattedrali Ortodosse, architettura gotica, bizantina e barocca.
Anche dal punto di vita economico è sempre stata il granaio di Europa ed ancora lo è con la sua immense superficie di 603.700 km quadri di cui una sostanziosa parte , la cosi detta “terra nera come pece ma tanto fertile da poter sfamare il mondo; milioni di ettari di terreno intrisi di Humus e battezzati con il nome di “ cernozen” ( appunto terra nera ): Una ricchezza unica nel suo genere – che secondo alcuni studiosi potrebbe dar da mangiare a circa 300milioni di persone, circa 7 volte gli abitanti ucraini ma la cui sorte è stato spesso in balia dei venti di guerra “ e dal disastro nucleare delle centrali atomiche di Chernobil .
Ed ora ci risiamo !
Una guerra alle porte per la determinata reazione di Putin all’installazione di batterie missilistiche ai confini ed alla fornitura di armi e denari ai mercenari combattenti contro gli indipendentisti filorussi, per le continue sanzioni contro la “ Madre Russia “. E dall’altro lato un Presidente Americano in caduta di consensi, una Europa ondivaga , forti interessi per il controllo delle fonti energetiche.
Insomma la solita musica, quella già vista in tante guerre inutili scatenate per i mai rintracciati arsenali atomici di Saddam, per favorire le presunte primavere Arabe, per fregarsi il gas ed il petrolio libico, per la lunga , inutile e controproducente guerra in Afghanistan.
Tante giovani vite sacrificate sull’altare degli affari e del potere politico.
Il conto che l’Italia pagherà sarà carissimo perché indipendentemente dalle vicende belliche se ci saranno a meno, pagheremo e stiamo già pagando la nostra debolezza negli approvvigionamenti energetici e la conseguente dipendenza dalle importazioni ,la lentezza dei processi nel campo di una autonoma efficienza energetica; una politica fallimentare decennale.
Ma non è da sottovalutare le difficoltà nel procurarci grano per la nostra pasta , prodotto esportato in tutto il mondo , per i nostri panifici e biscottifici, per la produzione di oli di seme; il solo vociferare su una possibile invasione dell’Ucraina ha provocato l’aumento choc dei prezzi del mais e del frumento e non ultimo la riduzione di legname per le nostre industria mobiliere ( altro gioiello del made in Italy). E siccome non vogliamo farci mancare niente , un altro freno al turismo ; qui noi Peninsulari , Sorrento e dintorni , Costiera Amalfitana ed Isole del Golfo rischiamo di innalzare bandiera bianca.
E che dire degli esiti della guerra e della errata valutazione del “ Generale Inverno”?
Forse ripassarsi un bel libro di storia sarebbe una cosa buona per i tanti guerrafondai che si aggirano per il globo !
Fu proprio quest’ultimo a favorire la distruzione della potente e fino allora invincibile sesta armata Nazista a Leningrado e nel 1810-12 la campagna di Russia di Bonaparte si trasformò in una sconfitta cocente e bruciante, solo poche decine di migliaia di soldati francesi, su seicentomila che erano partiti, tornarono a casa . Nel 1708 nella durissima guerra tra Lo Zar Pietro il Grande e Carlo XII i robusti militari Svedesi che avevano già occupato parte dell’Ucraina ed erano abituati a confrontarsi con il freddo ed il ghiaccio, furono completamente schiacciati dal Generale Inverno e dalle truppe imperiali Russe.
Toccherà ora alla NATO ed agli Americani? Putin sta aspettando il grande gelo per attaccare ?
Quella parte dell’ Ucraina che sta con la Russia verrà bombardata dai cieli e saranno massacrati insieme a guerriglieri anche migliaia di civili e bambini? Chi combatterà sul terreno, nelle steppe nevose contro Russi e Bielorussi che nel gelo sono i migliori? Forse le donne Ucraine che la propaganda ci mostra addestrarsi a sparare ( troppo ben vestite e truccate e niente a che vedere con le nostre badanti )? Chi assicura che la posizione così equivoca dell’Europa ci garantirà che gli oleodotti continueranno a rifornirci? Sarà ascoltato Papa Francesco che ammonisce che le guerre sono solo distruzione e morte e solo la pace permette di costruire una famiglia, una comunità ,un futuro? Le nostre aziende crolleranno di fronte al caro bollette?
Il Paese si spaccherà ancora di più tra chi ha entrate garantite e privilegiate e chi si alza la mattina per vedere di mettere insieme pranzo e cena ?
Insomma a dirlo con Vasco Rossi.
“Io sono qui, sono pieno di guai! “