Il manager Di Mauro: “Rilanceremo il Cotugno”
3 Novembre 2019Insieme al Monaldi rappresentano punti di forza del sistema sanitario regionale anche le altre due articolazioni: il plesso per la cura delle malattie infettive ed il Cto.
Passando dal camice bianco all’abito blu da manager, Maurizio Di Mauro si conferma prim’attore della sanità campana dopo il passaggio dalla direzione generale del Policlinico “Luigi Vanvitelli” a quella dell’Azienda ospedaliera dei Colli.
“Con programmi e obiettivi diversi siamo vicini al Cardarelli, ospedale dedicato soprattutto al pronto soccorso, perché al momento sulle tre strutture che costituiscono l’azienda dei Colli abbiamo attivato 732 posti letto mentre il Cardarelli dovrebbe averne più di novecento”. Rivoluzionato e ristrutturato interamente durante la gestione di Mimmo Pirozzi, il Monaldi rappresenta un fiore all’occhiello per il manager, per la regione e per i cittadini. Ma soprattutto per chi ci lavora.
“In questa struttura – conferma il manager Di Mauro – ho trovato percorsi assistenziali ottimali, il Monaldi fa parte della storia sanitaria dell’intera Regione e si conferma struttura di eccellenza per tutte le problematiche cardiorespiratorie, con specialisti di grande livello anche in altre branche. Siamo avanti con la diagnostica per immagini, lavorano su grandi livelli l’otorinolaringoiatria diretta da Carlo Antonio Leone, l’urologia guidata da Francesco Uricchio”.
Il Monaldi ha perso un tassello importante: con l’età da pensionamento il professore Franco Corcione ha ripreso servizio al Policlinico…
“Èandato via un bravissimo chirurgo, ma il dipartimento di chirurgia non ha perso tempo per riorganizzarsi con Cuccurullo, specialista che ha dimostrato in tantissime occasioni di lavorare su livelli di alta professionalità, soprattutto su apparati gastrointestinali letteralmente disastrati. Sul fronte chirurgico il Monaldi si è sempre confermato un ospedale solido. Abbiamo inoltre un’oncologia che gira bene con Vincenzo Montesarchio e rappresentano un vanto, poi, le singole strutture cardiorespiratorie”.
Da direttore generale si ritrova a gestire – dopo l’ospedale San Paolo, l’Ascalesi e il San Giovanni Bosco – un Cto che da oltre un anno ha ripreso l’attività come presidio ospedaliero generale.
“Ancora oggi da quella struttura organizzata per frenare il numero di ricoveri in pronto soccorso del Cardarelli molti pazienti vengono trasferiti al Monaldi. Spostamenti da evitare. Mi sono reso conto che il Cto ha bisogno di un pool cardiologico che, autonomamente, curi un paziente infartuato, su questo fronte quell’ospedale ha bisogno di supporto. Così come c’è da verificare se i vari strumenti diagnostici, come la Tac, sono efficienti per una struttura che deve dedicarsi soprattutto al pronto soccorso. Lì alcune divisioni sono da mettere a regime per consentire così al Cto di proporsi come solida spalla per il gigante Cardarelli che lavora molto bene per gli ictus”.
Dottore Di Mauro ha problemi strutturali anche il Cotugno, gli esterni della struttura sono decrepiti, alcuni reparti sono da risistemare.
“Quell’ospedale dal punto di vista tecnico e scientifico si conferma però un’eccellenza. Èla più grande struttura del Sud Italia per malattie infettive, ma ha bisogno di massima attenzione da parte di tutto lo staff della direzione generale. Nel Cotugno – ricorda il manager – oltre a tutti gli esami particolari, che i laboratori effettuano, vengono eseguiti anche gli accertamenti necessari per le donazioni di organo. La vecchia struttura è malmessa, ma attiveremo presto una palazzina di due piani realizzata accanto a quell’edificio: ci sarà un lavoro organizzativo complesso che stiamo mettendo a punto con il direttore sanitario di presidio, Lello Dell’Aversano: in tempi accettabili cercheremo di cambiare faccia all’ospedale per malattie infettive”.
“Dal punto di vista tecnico e scientifico – ricorda Maurizio Di Mauro – quest’ospedale rappresenta un punto di grande orgoglio per l’intera Campania. Oggi confermo che il Cotugno sarà un punto centrale della nostra attività”.