Il medico tra passato e presente
4 Novembre 2023Nella maturità della sua esperienza medica Luciano Campanacci Professore ordinario di Patologia speciale medica dell’Università di Trieste descrive il modo che ha ispirato il suo percorso umano e professionale. In una sovrapposizione d’immagini familiari, idealmente, interpreta l’innovazione tecnica in medicina come l’approssimarsi di un tempo nuovo, un mondo nuovo apparentemente diverso e ricco di innovazioni. L’ autore misura e lascia presagire della tecnologia il fascino, l’inquietudine, l’utilità perché è consapevole che la ricerca è un instancabile rincorrersi di conoscenze mai definitive ma anche il pedaggio che potremmo pagare in termini di aspettative, certezze e illusioni.
“Mio padre medico auscultava posando direttamente l’orecchio sul petto del paziente…”. In questa vicinanza Campanacci-figlio legge il percorso umano e professionale del padre. Tocca idealmente la passione del medico che si china sul malato alla ricerca di una profondità che annulli ogni distanza e che superi il diaframma del corpo e legga la richiesta di vita del paziente.
Il ricordo non vuole essere, per l’autore, una nostalgica cartolina ingiallita dal tempo, capace di risvegliare il fascino e la curiosità di cose antiche. Egli proietta un’icona al di sopra di tutto ciò che è parziale. Il leitmotiv sul quale allineare l’etica medica nella dimensione quasi monastica della Caritas. Un’eredità medioevale, inossidabile nelle diverse culture e all’usura del tempo, che vide i primi ospedali sorgere nei monasteri. La Caritas… una virtù gelosamente preservata, nel corpo sanitario, da una modernità soffocante di balzelli, burocrazie, interessi, dal privato, dal totem del danaro, dall’individualismo, dall’ agnosticismo.
Il narratore confronta passato e presente per tracciare un futuro condiviso. Il nostro è un tempo di transizione dove la nuova frontiera del progresso scientifico con le sue regole, i suoi strumenti è divenuta fondamentale ma non alternativa all’opera del medico.
“Dallo stetoscopio al fonendoscopio”
“Campanacci parla, a sua volta, del figlio medico”. Parla con il linguaggio benevolo del padre. Guarda Il suo progredire nell’arte medica e dell’uso innovativo del fonendoscopio “… con il quale ascolta, a maggiore distanza (dal paziente), segni e rumori amplificati”.
È un susseguirsi di immagini che descrivono l’uso necessario della tecnologia ma che svela la preoccupazione e la saggezza del maestro “Questo allontanamento dal malato è per me il segnale del vero pericolo che minaccia la società moderna …che perda di vista l’uomo”.