Il peso delle parole
29 Aprile 2020Covid-19: nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri e nuovo pasticcio sulla parola “congiunti” che di fatto cancella amori e diritti.
Con il nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri, firmato dal Premier Conte e pubblicato in Gazzetta ufficiale, è stato commesso l’ennesimo pasticcio, questa volta, in relazione alla parola “congiunti” che, di fatto, cancella amori e diritti.
Ebbene, dopo quasi due mesi di lockdown, dal prossimo 4 maggio saranno possibili gli spostamenti per poter incontrare, per l’appunto, i congiunti. Su tale parola, però, sono sorti non pochi problemi nonché numerosissime polemiche, in quanto, viene spontaneo chiedersi chi sono i congiunti.
Tale termine, infatti, non è giuridico e, per tale motivo, si è prestato ad ogni sorta di fraintendimenti. Risultato di tutto ciò e che alla fine di una vera e propria giornata di passione, da una parte, il ministro della Famiglia, Elena Bonetti, ha specificato che i “congiunti” sono da considerarsi anche coppie di fatto e fidanzati mentre, invece, da Palazzo Chigi è trapelata l’interpretazione della parola “congiunti” come da intendersi “affetti stabili”. In ogni caso, il punto di caduta è, praticamente, sempre lo stesso, i diritti o la loro disparità.
In definitiva, al netto delle svariate polemiche, tutto ricade nel metodo. I diritti sono da considerarsi come un bene prezioso nonché molto delicato, garantito, in primis, dalla gerarchia delle fonti e dalla conseguente precisione nella stesura delle norme (circostanza quest’ultima che in Italia si verifica molto raramente).
A questo punto, pertanto, non potrà non emergere una circostanza da non poco conto ovvero il ricorso continuo, in questo periodo emergenziale, al decreto, atto amministrativo senza alcun vaglio parlamentare, con tutti i suoi limiti strutturali.
Probabilmente, una norma che tocca così nell’intimità la sfera degli affetti, meritava, forse, un passaggio più accurato, magari in un’Aula parlamentare in cui qualcuno si sarebbe potuto porre il legittimo dubbio di chi siano i “congiunti” secondo lo Stato italiano.
Invece, il risultato di tutto ciò e che, da oggi, bisognerà chiedersi se i nostri affetti più cari cadano nella casella giusta per le visite, secondo la gerarchia del nostro Presidente del Consiglio.