Il peso in eccesso genera problemi urologici

Il peso in eccesso genera problemi urologici

22 Novembre 2019 0 Di La Redazione

L’obesità può aumentare fino al 40% il rischio di sviluppare l’ipertrofia prostatica benigna, malattia che colpisce più di 6 milioni di italiani over 50.

 

La patologia a carico della prostata, ancora sottostimata, è caratterizzata da sintomi evidenti: necessità di alzarsi più volte durante la notte per urinare, urgenza di vuotare la vescica in modo frequente anche durante il giorno e getto di urina che diventa sempre più debole con una sensazione di mancato svuotamento. Troppi pazienti si rivolgono all’urologo quando i segnali sono presenti già da tempo e ben il 75% abbandona le terapie dopo alcuni mesi. Per arrestare l’incremento progressivo della malattia, è necessario agire in due direzioni: da un lato, sensibilizzare gli uomini sull’importanza di seguire una dieta sana e praticare attività fisica costante. Soprattutto al Sud, dove sovrappeso e obesità rappresentano una vera e propria epidemia: interessano il 50,9% della popolazione in Campania, il 48,4% in Calabria e il 46,6% in Sicilia.

Dall’altro lato, è essenziale agire quanto prima con farmaci efficaci, come l’estratto esanico di Serenoa repens, per combattere l’infiammazione che è all’origine della malattia. Per questo gli urologi lanciano una campagna educazionale che si svolgerà nel 2020: “Il Sabato del villaggio – l’urologo del territorio in linea”, con un numero verde che tutti i cittadini possono contattare ogni sabato per ottenere informazioni sulle problematiche urologiche.
“La sindrome metabolica, condizione che implica una quantità eccessiva di grasso corporeo a livello addominale (oltre ad aumento della glicemia, ipertensione, alterati valori di colesterolo HDL e trigliceridi nel sangue), è strettamente correlata all’infiammazione che provoca l’ingrossamento della ghiandola prostatica e i conseguenti sintomi urinari – spiega Corrado Franzese, Presidente Siut. Inoltre l’obesità condiziona negativamente anche la risposta alle terapie.

Da qui l’importanza di informare la popolazione sul ruolo degli stili di vita sani. L’urologo del territorio rappresenta il ‘front office’ della domanda urologica dei cittadini, grazie al link diretto con il medico di medicina generale. Vogliamo mantenere un atteggiamento proattivo nei confronti della popolazione, per evitare che i pazienti si rivolgano allo specialista solo quando hanno già sviluppato i sintomi, espressione di una malattia ormai in atto. Possiamo svolgere un ruolo decisivo nella prevenzione e nel controllo dell’ipertrofia prostatica benigna. Basta pensare che il 65% delle nostre visite ambulatoriali riguarda proprio questa malattia. E, ogni anno, un urologo del territorio visita in media 3.900 pazienti con ipertrofia prostatica benigna”. Ne è colpito il 50% degli uomini di età compresa fra 51 e 60 anni, il 70% dei 61-70enni, per arrivare al picco del 90% negli ottantenni.

Se trascurata, l’ipertrofia prostatica benigna può progredire fino a causare ritenzione urinaria con l’impossibilità di vuotare la vescica. La vittima di una prostata che cresce è proprio la vescica. Il rischio è di ‘sfiancare’ completamente quest’organo e di far soffrire i reni.

Ciononostante, solo il 22,4% dei pazienti segue correttamente le terapie.
 La riduzione del sovrappeso può determinare un miglioramento dei disturbi urinari collegati all’ingrossamento della prostata. Una dieta povera di grassi e zuccheri può prevenire e curare l’infiammazione cronica della prostata che, nel corso degli anni, può portare all’ingrossamento della ghiandola e allo sviluppo dei conseguenti sintomi e disturbi urinari ad essa correlati. Piatti ricchi di Omega-3 e con effetto antinfiammatorio, il pesce, la crema di riso integrale, l’olio extravergine di oliva e di riso sono indicati per correggere le cattive abitudini a tavola; fra le verdure le carote, la zucca, le zucchine, il cavolo, il finocchio, la cicoria, le rape e le radici in genere. Al contrario, vanno limitati i cibi contenenti gli Omega-6, perché agiscono come cofattori negli stati infiammatori della prostata, in particolare le carni fresche e conservate, i salumi e gli insaccati, le uova, i fritti, i dolci e le bevande zuccherate, i formaggi grassi e le farine raffinate.

È importante infine, svolgere un’attività fisica moderata con una certa regolarità negli anni: fare lunghe camminate a spasso svelto, andare in bicicletta almeno un paio di volte a settimana, ma anche giocare a tennis o a calcio, o andare regolarmente in palestra o in piscina può avere un impatto clinico molto significativo sui pazienti affetti da disturbi urinari legati alla prostata.