IL presidente della I Commissione regionale su ridisegno rete ospedali
7 Gennaio 2019“Chiarezza e verità sul nuovo Piano ospedaliero, in provincia di Caserta si rafforza l’assistenza sanitaria sul territorio”.
Leggo ormai da giorni sui social esternazioni di vario tenore relative alla programmazione ospedaliera in provincia di Caserta, dove talvolta con equilibrio, talvolta con superficialità e approssimazione, si intende confutare o contestare un documento tecnico senza sapere di cosa si parli.
Da medico dico anzitutto che la programmazione sanitaria è cosa assai complessa e parlarne a vanvera o a sproposito genera confusione nella popolazione che ha bisogno invece di verità.
E diciamole dunque queste verità, a chiarimento di qualcuno che ha finora dormito o di qualche piccolo Masaniello che s’illude di fare politica cambiando compagni di viaggio continuamente, ricusandoli nel breve giro di qualche stagione e affidandosi sempre a cattivi maestri.
La verità è che per la prima volta la Regione Campania, con l’amministrazione De Luca, si dota di un piano ospedaliero vero che esalta, invece di penalizzare, le realtà territoriali. Ve lo ricordate che fino al 2016 l’ospedale di Maddaloni era una dependance di Marcianise, nel fantomatico DEA a tre ospedali di fatto mai costituito, ma con il quale Maddaloni ha dovuto intanto cedere l’Ostetricia e la Cardiologia? Lo sapete che nella bozza del 2015 della precedente consiliatura, l’Ospedale di Maddaloni sarebbe stato accorpato con l’Ospedale di Caserta perdendo anche il Pronto Soccorso e che l’Ospedale di San Felice a Cancello doveva diventare un presidio distrettuale, quindi con zero posti letto? Solo con la gestione De Luca la programmazione ha preso una piega seria, riconferendo all’ospedale di Maddaloni una sua autonomia con tanto di Pronto Soccorso, Chirurgia Generale, Medicina Generale, Ortopedia e Traumatologia, Rianimazione, Pneumologia, Riabilitazione e Lungodegenza, con 112 posti letto e con lo stabilimento di San Felice che aggiunge altre specialità (Oncologia, Geriatria, Riabilitazione e Lungodegenza) con ulteriori 86 posti letto.
Dunque, conti alla mano, l’ospedale di Maddaloni con quello di San Felice, assomma a 198 posti letto. Dunque, di che “declassamento” parliamo? Maddaloni era un ospedale definito di “Pronto Soccorso” nel primo decreto De Luca e tale rimane. E se avete ancora da capire cosa sia un ospedale di “Pronto Soccorso” vi invito a studiare il DM 70 del 2015 prima di parlare.
Per l’ospedale di Piedimonte vale un discorso analogo: era e resta un ospedale di “Pronto Soccorso” a cui, nella valutazione regionale, considerata la posizione orogeografica e le vie di comunicazione, è stato programmato il mantenimento dell’Unità Coronarica, oltre a Medicina Generale, Chirurgia Generale, Ortopedia e Traumatologia, Neurologia, Pediatria, Oncologia, Rianimazione, Pneumologia, oltre a Riabilitazione e Lungodegenza nonché Ostetricia per un totale di 154 posti letto.
Dunque, di che “declassamento” parliamo? Lo sapete che Piedimonte, se non si fosse espressamente richiesta una deroga sulle altere discipline, avrebbe dovuto ottenere solo Medicina, Chirurgia e Ortopedia? Altro discorso è quello sul “Punto nascita” che anche per sgraziati interventi di qualche imperfetto direttore di presidio, ha perso alcuni requisiti a cui si sta rimediando per ottenere la deroga.
Se poi per “declassamento” si debba intendere la perdita di qualche livello primariale, presto tra l’altro, dai Ministeri (perché Vi ricordo che la Regione Campania è ancora commissariata per la sanità e quindi sotto “tutela”), questo vale per l’intera Regione e non solo gli ospedali di Caserta. Chi vuole lavorare seriamente lo faccia, titolare di struttura complessa o semplice che sia: non tuteliamo interessi dei singoli ma della collettività. Chi vuole fare il suo dovere lo può fare e lo vedremo nei fatti se interessato alla collettività o al cedolino-paga.
E ricordo infine che per l’ospedale di Maddaloni la Regione ha stanziato 2,8 milioni di euro, mentre sono 2,2 milioni di euro già pronti per San Felice, destinati alla ristrutturazione necessaria perché siano ben funzionanti. La Direzione Generale dell’Asl di Caserta ha assunto impegno a presentare a breve i progetti esecutivi per i lavori a farsi. E dunque sollecito nuovamente il Direttore De Biasio ad accelerare gli interventi, ad aprire l’hospice a San Felice (altri 10 posti letto aggiuntivi), ad attivare i 198 posti previsti tra Maddaloni e San Felice.
Diversamente la politica regionale non può fare: questo commissariamento impedisce più forti azioni politiche del Consiglio, come ben sa anche il Presidente della Commissione Sanità.
La programmazione approvata deve ora essere seguita dalla concretizzazione che è nelle mani dell’Asl. Aspettiamo fiduciosi!