Il rammarico dell’Avo Caserta
15 Agosto 2020La pausa dalle corsie non ci ha fermati. Abbiamo scelto di sospendere la nostra esperienza al Cup per mancanza di idonee condizioni organizzative.
Sono quasi 35 gli anni della presenza dell’Avo a Caserta, anni di dedizione al malato ma non solo, anche all’Azienda Ospedaliera del capoluogo che ospita i volontari e per la quale si fa, quando si può, anche l’impossibile, pur sostenendo piccole nuove responsabilità se con l’obiettivo di venire in supporto laddove vi siano delle necessità organizzative anche improvvise.
Ma nulla è mai improvvisato, nulla approssimativo, dietro ogni azione messa in campo dall’associazione dei Volontari Ospedalieri, c’è formazione continua, e la consapevolezza che per sopravvivere in un ambiente dove l’utenza è sempre più debole di te, ci sarà bisogno di attenzione costante e la conoscenza delle norme base, anche psicologiche, per poter approcciare gli ammalati, le loro famiglie e finanche l’apparato medico.
In questo ultimo periodo di emergenza, pur rispettando tutte le norme di distanziamento e sicurezza sociale previste, anche a livello nazionale, i volontari non si sono ugualmente fermati. Sono numerose le attività cui si sono prestati pur non potendo accedere alle corsie la cui frequentazione è ancora sottoposta a divieto.
Immediatamente dopo la fine del lockdown per esempio, si è presentata una vera emergenza concernente non solo il benessere organizzativo del personale, ma la qualità del servizio offerta all’utenza: il Cup (centro unico prenotazioni) dell’azienda è stato praticamente preso d’assalto ed il personale, che purtroppo era ancora in misura ridotta, non riusciva a tenere testa alle più che numerose presenze giornaliere, per giunta impossibilitati ad accogliere l’utenza all’interno, con la conseguente aggravante di tenere i cittadini sotto il sole cocente dei primi mesi estivi.
Si era creato un vero e proprio “caso Cup”, con l’arrivo dei Carabinieri a sedare anche qualche disordine e non si può negare che è stato inevitabile pensare che vi fosse una certa disorganizzazione, che proprio di questi tempi, una struttura sanitaria non si può permettere.
Il tutto ha coinciso con l’arrivo del nuovo direttore sanitario, la dottoressa Angela Annecchiarico, che in mezzo a tutte le nuove incombenze ha dovuto immediatamente farsi carico della problematica che ormai aveva investito anche il mondo dei social con proteste e fotografie. La direttrice ha così ben pensato di chiedere aiuto ai volontari dell’Avo, notoriamente riconosciuti per serietà e disponibilità, per trovare una soluzione funzionale sia per alleggerire il carico dei dipendenti che venire incontro alle esigenze degli assistiti.
“È stato un mese davvero difficile quello di giugno e se ben ricordate particolarmente caldo – ci spiega Antonietta Rispoli, alla guida dell’Avo da quattro anni – quattro volontari sono stati impiegati tutti i giorni dalle 8.00 alle 12.00 e non proprio in condizioni facili, sotto un sole cocente e senza alcuna copertura sotto cui ripararsi sino alla metà di luglio. La richiesta della dottoressa Annecchiarico però non ha potuto lasciarci indifferenti, al suo insediamento la direttrice pronunciò una frase che non abbiamo mai dimenticato: “Io credo nel volontariato e credo nell’Avo” e abbiamo subito capito che ci sarebbe stata un’intesa da cui non si può prescindere.
Ogni mattina la direttrice infatti si presentava nell’area Cup verificando l’andamento della situazione e fornendoci acqua che poi abbiamo più che volentieri distribuito anche alle persone in attesa.
“Abbiamo una lunga esperienza in fatto di accoglienza – continua la Presidente – non siamo preoccupati nell’organizzare le attese, anzi siamo abituati. Abbiamo volontari Avo in vari punti accoglienza dell’Ospedale ogni giorno della settimana, siamo da tempo in Oncologia, al Day Surgery, in Senologia.
Insomma, sappiamo bene cosa significhi relazionarsi con gli ammalati e con i familiari, molto spesso sono tesi, preoccupati, nervosi e hanno bisogno soltanto di essere ascoltati e attenzionati. Siamo stati molto felici di aver detto si alla richiesta della direzione e di aver potuto dare loro una mano in questa particolare situazione ma abbiamo dovuto fare una scelta obbligata.
Gli ex ambulatori di dermatologia che sono proprio a pochi metri dal Cup, sanificati e riadattati, ovviamente con le sedute a doverosa distanza, lo schermo per le chiamate in prenotazione e in attesa, sono stati riorganizzati per chi attendeva mentre noi abbiamo continuato a lavorare al sole.
Una dura impresa anche dal punto di vista organizzativo, più di una volta gli utenti ci hanno ringraziati, comprendendo lo sforzo che stavamo facendo e che non ha potuto durare più di un mese poiché la mancanza di copertura stava davvero riducendo al minimo la squadra che si era offerta come disponibile per quel periodo, con più di un malessere all’attivo, pur con la soddisfazione di vedere assolutamente risolto il caos dei primi giorni.
Siamo certi che non averci potuto accontentare – rispetto alle nostre richieste di dotarci di una postazione maggiormente accogliente, noi che stavamo facendo accoglienza – non sia stata una mancanza di volontà ma sicuramente una difficoltà tecnica.
L’Avo Caserta, ad ogni modo è orgogliosa di servire quest’Azienda Ospedaliera, i suoi ammalati ed il suo personale, di mettersi a disposizione nelle difficoltà. Al momento, come alcuni già sanno, noi siamo presenti al Front Office a piano terra, presso l’ingresso principale, per accogliere, accompagnare, informare e lasciare un sorriso a pazienti e familiari, con la sola eccezione di questo periodo di feste. Ci si rivede a settembre.