Il San Giovanni Bosco nel gioco dell’oca della sanità cittadina.
9 Ottobre 2018L’ospedale napoletano che dovrebbe frenare la corsa al Cardarelli continua a perdere personale e reparti.
Continua il <gioco dell’oca> sulla sanità cittadina. Nel San Giovanni Bosco la divisione di ematologia, in passato fiore all’occhiello della struttura, tornerà al suo posto. Ma solo quando saranno ultimati i lavori già programmati (per ora solo sulla carta) dai vertici dell’Asl Napoli Centro.
L’ematologia non serviva più. E fu trasferita all’Ascalesi. Ora ci si è resi invece resi conto che può essere preziosa proprio dov’era. Ed ecco il contrordine: l’ematologia torni pure al San Giovanni Bosco.
Com’è quest’ospedale? Una struttura operativa ma traballante e finora, pezzo dopo pezzo, in disarmo. Si andrà avanti ancora in questo modo? Probabilmente no visto che dopo una serie di sopralluoghi, progetti e calcoli, l’architetto dell’Asl, Bruno Sielo, ha dato il via a uno studio (con relativa delibera) che prevede interventi di riorganizzazione. Le facciate sono state messe in sicurezza, i ferri portati allo scoperto sono stati <trattati>. Poi tutto è rimasto così.
Il maquillage della struttura di via Doganella prevede una spesa di poco inferiore agli 8 milioni di euro di cui il 95 per cento della spesa – ossia 7 milioni e ottocentomila euro saranno a carico dello Stato perché si prevede di utilizzare i fondi finora non utilizzati dell’ex articolo 20 della legge 67/88 – mentre il restante 5 per cento, ossia quasi 400 mila euro, saranno a carico della Regione.
Progetti concreti o sogni? Ce lo diranno il tempo e le prossime tornate elettorali. Perché sempre dai fondi dell’ex articolo 20 l’Asl cittadina d’accordo con la Regione ha intanto pensato di utilizzare un finanziamento da 74 milioni per costruire un nuovo ospedale San Paolo.
Vediamo di capire cosa prevede il progetto. Rifacimento delle facciate, adeguamento dei locali occupati fino a poco fa dalla cardiologia e dall’Utic dirette da Paolo Capogrosso, riorganizzazione dell’ematologia indispensabile per fare andare avanti senza problemi il San Giovanni Bosco. Intervento che prevede anche lavori sui terrazzi del San Giovanni Bosco. Non per prendere il sole o sistemare un bucato da asciugare, ma per evitare che si ripetano infiltrazioni di acqua.
Già, l’acqua. Bel problema per un ospedale, specialmente se al quinto piano la divisione di ostetricia e ginecologia, diretta da Renato Tesauro, ha una sala operatoria inutilizzata da tempo. <Il solaio è finalmente asciutto, presto si potrà lavorare in questa sala operatoria – chiarisce Giuseppe Matarazzo, ex commissario dell’Ospedale dei Colli e per anni direttore sanitario del Cardarelli inviato dal manager dell’Asl cittadina nel San Giovanni Bosco come direttore sanitario – la divisione al momento utilizza la sala travaglio del quinto piano, ma quando c’è bisogno di un intervento chirurgico il direttore Tesauro lavora nel blocco operatorio centrale>, tranquillizza Matarazzo.
E il pronto soccorso con quel benedetto triage che da anni non si riesce a organizzare? <Il pronto soccorso svolge la sua attività ordinaria senza problemi. Il triage è un <completamento tecnico> della sua attività che potremo realizzare solo quando disporremo di un numero adeguato di medici e paramedici>. In questi anni il San Giovanni Bosco è stato spogliato da una serie di attività come l’ematologia, come quella del centro trasfusionale che con delibera regionale può essere operativo solo nel Cardarelli e nell’Ospedale del Mare, della divisione di otorinolaringoiatria volata nella nuova struttura di Ponticelli con il direttore Tortoriello e il suo staff, dell’odontoiatria che non c’è più e della neuroradiologia interventistica che sopravvive solo grazie alla presenza di un medico e di un gruppetto di tecnici di radiologia. Con queste premesse vogliamo occuparci del triage? Mancano nel solo pronto soccorso 7 medici specializzati in accettazione e urgenza e dieci operatori socio sanitari, mentre per le altre attività del San Giovanni Bosco servono altri 15 medici e venti operatori socio sanitari per metterlo a regime. A mò di sanguisuga, l’Ospedale del Mare ha stravolto tutta la sanità cittadina mettendo in difficoltà le altre strutture che lavorano in prima linea prelevando personale medico e infermieristico per trasferirlo a Ponticelli. <Il triage potrà essere realizzato appena saremo a regime>, ribadisce il direttore sanitario. Oggi chi si avventura nel pronto soccorso affollato di pazienti vede solo i segni del triage sul pavimento. Strisce rosse, verdi e gialle che portano nelle stanze in cui i malati devono essere assistiti. In fondo in fondo al lungo corridoio un altro stanzino riservato a chi sta benino. Malati ai quali il triage assegnerebbe il codice bianco. Signori aspettate, aspettate il vostro turno.