Il Santobono si rinnova e ottimizza l’intera area anestesiologica
26 Novembre 2018Nell’intervista a Rosario Infascelli il ritratto di un ospedale pediatrico che regge bene al peso degli anni e si conferma come il più grande riferimento pediatrico del Sud Italia.
“Fortunatamente la grande area che dirigo – spiega Rosario Infascelli, direttore dell’area anestesiologica dell’azienda ospedaliera Santobono e Pausilipon – dovrebbe aver concluso la ristrutturazione che l’interessava e si presenta più efficiente di prima”.
Un fiore all’occhiello dell’anestesista, che passo dopo passo è diventato il numero uno dell’area anestesiologica del grande presidio pediatrico del Vomero, è la camera iperbarica alla quale Rosario Infascelli ha dedicato anni di attività.
“Siamo stati i primi – ricorda – a tenerla in funzione dodici ore al giorno per terapie di elezione e di emergenza”. Una camera iperbarica rosa, ingentilita da una serie di piacevoli disegni che rendono più dolce l’ingresso in un bunker metallico.
“Ogni terapia dura mediamente un’ora e un quarto o un’ora e mezzo, abbiamo otto posti per i pazienti ai quali se ne aggiungono due di <equilibrio> e, ogni anno con la nostra camera iperbarica – chiarisce Rosario Infascelli – garantiamo alla popolazione non solo pediatrica ma anche adulta circa seimila trattamenti, con un affollamento maggiore nei mesi invernali anche perché altre strutture cercano di evitare di sottoporre i bambini a terapia iperbarica e li mandano a noi.
Durante ogni trattamento due rianimatori sono in servizio accanto alla camera iperbarica, con uno specialista pronto a introdursi nell’abitacolo in caso di necessità. La carenza di personale, drammatica in tutte le strutture sanitarie cittadine, pesa anche sul funzionamento della camera iperbarica dell’ospedale Santobono che avrebbe bisogno del supporto di almeno 8-9 infermieri e invece è costretto da tempo a garantire l’assistenza con quattro paramedici”.
Una macchina, quella dell’area anestesiologica dei due ospedali pediatrici, Santobono e Pausilipon, che richiede una programmazione accorta e costante per garantire il funzionamento, a pieno regime, non solo della rianimazione pediatrica, ma anche dei numerosi interventi chirurgici.
“In sala operatoria ci occupiamo di tutte le specialità chirurgiche (a eccezione della sola cardiochirurgia) e disponiamo di due impianti chirurgici, uno nella Ravaschieri – chiarisce Infascelli, regista dell’area anestesiologica – che ha cinque sale operatorie e due nella struttura Santobono.
A queste si aggiunge una sala operatoria dell’ospedale Pausilipon dove viene effettuata chirurgia oncologica e soprattutto tantissimi interventi in day surgery che consentono ai genitori di riportare a casa i bambini nella stessa giornata in cui sono stati operati. Lavoriamo molto grazie alla presenza di 35 anestesisti ai quali presto se ne dovrebbero aggiungere altri due”.
Nell’ospedale Santobono, da anni trasformato in cantiere, i lavori sono finiti da tempo nella rianimazione coordinata da Infascelli e diretta da Cardone.
“I locali sono stati rifatti completamente, le attrezzature sanitarie sono moderne e tutte di ultima generazione. I piccoli ricoverati vengono assistiti da quattordici anestesisti, compreso il direttore della rianimazione, ai quali presto dovrebbero unirsi – conclude Infascelli – altri tre colleghi che aiutano chi lavora in rianimazione a superare lo stress provocato da turni di lavoro faticosi perché il reparto è sempre affollato”.