Il Sistema sanitario è valore da difendere
23 Aprile 2023Il sole del mattino, così uguale per tutti, tracciava un immaginario corridoio di luce sul pavimento della sala dove eravamo riuniti. Creava un contrasto tra quanto si diceva anche con toni animati e una natura così bella, così serena che dava, dopo giorni di pioggia e un cielo perennemente imbronciato, un senso di pace e torpore.
Ascoltavo da giovane al sopraggiungere della notte una trasmissione radiofonica “Buonanotte Europa”. Lo speaker ripeteva la frase in quasi tutte gli idiomi del vecchio continente. Come una formula magica, un talismano apriva di volta in volta le porte del futuro possibile. Con lui iniziavo un lungo viaggio fluttuando sulle onde radio che andavano e venivano attraversando città e bellezze che non avrei mai conosciuto. Ascoltavo su un tappeto musicale la voce dei giganti: gli uomini di cultura che dipingevano di mille colori la miriade di capolavori che ci circondano.
Quella mattina parlavamo di Europa, di globalizzazione, dell’abbattimento della frontiera della conoscenza. di un progetto sovranazionale condiviso e solidale sul quale confrontare, per etica e per opportunità, la nostra storia. Ci saremo stretti per mano e “girotondo intorno al modo” ritrovati in una ideologia comune pur nel rispetto della diversa identità. Conoscersi e viaggiare insieme lungo le strade della vita e fugare gli spettri del secolo passato, il pericolo dei nazionalismi, i lutti, la fame, le guerre. Purtroppo. i sogni belli svaniscono all’alba e come un incubo, un mottetto ossessivo si ripresentano gli egoismi, i nazionalismi, il razzismo malcelato, i regionalismi e le logiche di campanile che hanno stracciato le buone intenzioni e ripudiato i Padri fondatori.
La storia è la vita dei popoli colti. Forse la ricerca del sapere e il culto della conoscenza si è esaurito nelle secche di un fiume prosciugato da un clima inquinato e impazzito.
Cosa avremmo potuto aggiungere, quella mattina, al fumo del sospetto, al confronto di opinioni tra possibilisti e scettici? Ci interrogavamo su quanto federalismo sarà necessario per l’Italia, su quale federalismo in sanità e se, accanto a lacerazioni, strappi, polemiche, non sia necessario difendere, in forme non strumentali o partitiche, il sistema sanitario nazionale.
La storia recente, così tormentata da toni graffianti, intolleranze, ha traghettato irrimediabilmente, nell’immaginario collettivo, un’idea di federalismo-separatista dai toni brutali, la volontà di anteporre gli interessi regionali, l’intolleranza geografica come nicchie di benessere da consolidare sulla disgregazione sociale e territoriale del paese.
Alla politica e ai poteri istituzionali è affidata la salvaguardia e l’evoluzione di una diversa autonomia capace di interpretare e migliorare assistenza e condizioni di salute dei cittadini. Esiste un comune sentire che non venga meno quanto è stato realizzato: il bagaglio di salute che ha fatto di una nazione un modello di civiltà e tolleranza, di un popolo un esempio di longevità e vivacità intellettuale non disgiunto da una reale solidarietà che poggia le sue radici nel sistema sanitario nazionale.
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