Il vaccino più “performante” (I parte)
14 Aprile 2021Tutto quello che vogliamo sapere sui vaccini anti-Covid. Efficacia e protezione. In tre articoli Tuttosanità affronta col dottor Carlo Alfaro certezze e dubbi sulla prassi vaccinale per combattere la pandemia.
- I vaccini anti-Covid sono efficaci? Funzionano per uscire dalla pandemia?
I vaccini sembrano molto efficaci, la risposta immunitaria risulta addirittura più alta nei soggetti vaccinati rispetto a quella riscontrata nei soggetti che hanno sviluppato l’infezione naturale. Tutti gli studi condotti finora dimostrano che dopo la vaccinazione i livelli di anticorpi neutralizzanti salgono considerevolmente, fino al 100% dei soggetti dopo la seconda dose. La risposta è ancora più alta nei soggetti che già hanno contratto il Covid. Inoltre, l’immunità post-vaccinale è legata non solo agli anticorpi, ma anche alla risposta cellulo-mediata, che non misuriamo ma che può proteggere anche chi sembra non aver sviluppato molti anticorpi. La vaccinazione del personale sanitario nel mondo (con Pfizer) ha ridotto finora notevolmente (all’incirca dell’80-90%) i tassi di Covid-19 nelle strutture mediche; anche nelle residenze per anziani ci sarebbe stata una riduzione di oltre il 60% dei casi grazie ai vaccini.
- Quale vaccino è più protettivo?
I vaccini a RNAm cioè Pfizer e Moderna sarebbero leggermente più potenti. La protezione è valutata del 91,3% dopo 2 settimane dalla seconda dose per Pfizer/Biontech (inferiore al 95% originariamente riportato dagli studi clinici, ma in uno scenario in cui non erano ancora comparse tutte le attuali varianti) e del 94% dopo il ciclo completo di Moderna. Per Astrazeneca, uno studio negli Usa ha dimostrato un’efficacia del vaccino del 76% nel prevenire Covid-19 sintomatico, che arriva all’85% dopo i 65 anni. Pfizer, Moderna e Astrazeneca hanno tutti e tre dimostrato una capacità di prevenzione del 100% della morte causata dall’infezione da Sars-CoV-2.
- La vaccinazione protegge già dopo la prima dose?
Sì: per il Pfizer, dal 60 all’89% dopo 2 settimane dalla prima dose, per AstraZeneca, circa 60-70% 3 settimane dopo la prima dose. In uno studio in Scozia Astrazeneca ha prevenuto il 94% delle ospedalizzazioni nella popolazione generale e l’81% negli ultraottantenni già 4 settimane dopo la somministrazione della prima dose, mentre il vaccino Pfizer ha ridotto il rischio di ospedalizzazione dell’85% a 4 settimane dalla prima dose.
- C’è molta preoccupazione per le varianti, davvero possono inficiare l’efficacia dei vaccini?
Effettivamente, c’è il rischio che nuove varianti virali possano essere resistenti ai vaccini esistenti. Le aziende infatti stanno lavorando a formulazioni specifiche per le varianti con le quali fare eventuali richiami. Lo sviluppo di nuove varianti dovrebbe diminuire d’altro canto con l’aumentare della copertura vaccinale, che dovrebbe abbassare la diffusione del virus e quindi la sua replicazione, che genera le mutazioni.
- Ma chi si vaccina può comunque contagiare, anche se contrae il virus senza ammalarsi?
I vaccini a mRna di Pfizer-Biontech e Moderna proteggono non solo dai sintomi della Covid-19, ma anche dal contagio, secondo quanto dimostrato da uno studio americano condotto dai Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc). Studi clinici (sul Pfizer) dimostrano che la vaccinazione anche di un solo componente della famiglia riduce il rischio di infezione negli altri di almeno il 30-50%, già 15 giorni dopo la prima dose. Questo perché, anche se la persona vaccinata si dovesse infettare, avrebbe minore carica virale e minore durata della diffusione, il che comporta che il virus non riesce a raggiungere la carica sufficiente per poter essere trasmesso. In uno studio nel Regno Unito, anche Astrazeneca ha ridotto le infezioni asintomatiche, ma meno dei vaccini a RNAm (del 49,3%).
- L’efficacia dei vaccini diminuisce con l’età?
Per il Pfizer, si è trovato che la protezione scende un poco oltre gli 80 anni, secondo uno studio al 57% dopo una singola dose e all’85% dopo la seconda dose.
- Quanto tempo dura la protezione?
Gli studi indicano che la durata della protezione dopo l’infezione naturale per la maggior parte delle persone è di almeno 6 mesi. Per i vaccini dovrebbe essere perlomeno lo stesso. E’ ragionevole ipotizzare tuttavia che la reale immunità, dopo infezione naturale o vaccino, duri di più in quanto il corpo sviluppa le cellule di memoria (linfociti T e B) che anche quando gli anticorpi circolanti calano si attivano in caso di “richiamo” da contatto col virus. Per la Sars, cellule della memoria sono state rilevate anche 17 anni dopo l’infezione.
- Quanto tempo si può attendere tra la prima e la seconda dose?
I vaccini attualmente in uso – Pfizer, Moderna e Astrazeneca- prevedono 2 somministrazioni per completare il ciclo di immunizzazione: la seconda dose di Pfizer va assunta dopo 3 settimane, di Moderna dopo 4 e di Astrazeneca tra le 4 e 12 settimane dopo la prima. Il 30 dicembre 2020, il Regno Unito ha annunciato una deviazione dal protocollo raccomandato per il vaccino Pfizer-BioNTech, prolungando l’intervallo tra le dosi da 3 a 12 settimane. Questo soprattutto nell’ottica di fornire protezione anche parziale al massimo numero di persone possibile per bloccare i ricoveri ospedalieri e i decessi dell’epidemia in corso, cosa che è riuscita. Anche in Italia è in arrivo una circolare che sposterà il richiamo del vaccino Pfizer da 21 a 42 giorni. Sebbene le strategie vaccinali a dose singola possono, come è accaduto, ridurre il numero di casi a breve termine immunizzando più rapidamente un maggior numero di individui, il distanziamento delle dosi potrebbe favorire l’emergenza di mutazioni e quindi di varianti a causa di risposte immunitarie parziali e deboli. Anche per la seconda dose del vaccino AstraZeneca si è deciso di posteciparla a 12 settimane, in questo caso perché è stato dimostrato che un intervallo più lungo tra le dosi migliora l’efficacia, portandola all’82%.
- Quante dosi si possono trarre da ogni flacone di vaccino?
Nell’ottica di garantire il vaccino al massimo numero di persone possibile, si raccomanda di cercare di recuperare con l’utilizzo di siringhe di precisione la 7° dose dal flaconcino Pfizer e l’11° dose da Moderna e AstraZeneca.
L’argomento sulle vaccinazioni è molto richiesto, c’è tanto interesse da parte della gente, innumerevoli i quesiti che vengono posti, per questo motivo, prima di congedare il gentilissimo dottore Carlo Alfaro, mi assicuro che nei prossimi giorni potrà rilasciare ai microfoni di “Tutto Sanità” una altra intervista così da sciogliere ulteriori dubbi, paure ed incertezze soprattutto sul vaccino Astrazeneca.
- continua