Imboscati della sanità, da Salerno la svolta?
9 Giugno 2019In tempi di carenza cronica di personale fa piacere vedere che c’è ancora chi denuncia e chi raccoglie la denuncia di un fenomeno, deprecabile, che non interessa solo quell’area.
Sulla pagina salernitana della Federazione sindacale intercategoriale-Unione sindacati autonomi europei (Fsi-Usae) leggiamo di una denuncia della sigla sindacale che ha posto all’attenzione dell’amministrazione dell’Azienda sanitaria locale “l’anomalia” di 370 imboscati, utilizzati con mansioni diverse rispetto a quelle per le quali erano stati assunti.
La struttura commissariale avrebbe riferito che sono state predisposte 261 lettere di riallocazione del personale attualmente non adibito alle mansioni di assunzione e che le stesse sarebbero partite il nove maggio scorso. Pur considerando lo scollamento di 99 unità lavorative, tra denunciato e provvedimento dell’Asl, la sigla sindacale autonoma, a giusta ragione, ha sottolineato con toni trionfalistici il risultato di un sindacato “che, nella più assoluta solitudine, ha denunciato da anni questo malcostume e che alla fine ha dovuto presentare un esposto alla autorità giudiziaria per la mancanza di risposte da parte della Asl.
Vigileremo sulle azioni intraprese sulla questione dalla Asl, affinché tutti i dipendenti tornino alle loro mansioni e per dare una “boccata di ossigeno” a centinaia di lavoratori che combattono giorno per giorno contro la cronica carenza organica ed all’utenza che potrà beneficiare di personale aggiuntivo.”
In tempi di gravi carenze di operatori della sanità – lo stesso governatore De luca ha lamentato, ed in più occasioni, un meno 13.500 di personale sanitario, mai sostituito – che stanno mettendo fortemente a rischio anche l’rogazione di servizi essenziali, la notizia dell’inizio di un’inversione di tendenza non può che far piacere. Un piacere accompagnato e mitigato da una domanda retorica: il vergognoso malcostume, denunciato dall’Fsi-Usae, riguarda solo la terra di residenza del governatore?
Le domande retoriche, come è ben noto, sono false domande, perché non rappresenta una vera richiesta di informazione, ma implicano invece una risposta predeterminata, ed in particolare inducono ad eliminare tutte le affermazioni che contrasterebbero con l’affermazione implicita nella domanda stessa.
Bene. Ed allora esplicitiamo l’unica risposta possibile. Magari condendola con qualche dato numerico. Approssimativo, certo, perché certe “magagne” vengono circondate dal più rigoroso riserbo.
Cominciando dagli uffici regionali dove troverebbero ospitalità tra gli ottanta ed i cento operatori sottratti all’attività sanitaria. A seguire l’Asl Na1 con diverse centinaia (fra i 400 ed i 500) di traslocati nei più comodi uffici. E via, via tutti gli altri: Pascale, Aziende ospedaliere e territoriali. Nessuno è immune dagli “imboscati d’autore”.
A conti fatti quel meno 13.500 potrebbe ridursi di almeno mille unità: una cifra, oltretutto, quasi sicuramente ipotizzata per difetto. Basterebbe – se c’è volontà politica di farlo e senza attendere l’intervento della magistratura – tirar via dalle scrivanie alle quali si sono aggrappati come cozze tutti gli imboscati, senza aver riguardo dei numerosi sponsor che pure, ne siamo certi, alzeranno vibrate proteste.