Infarto, un semplice test riesce a identificare il rischio
21 Luglio 2024Ricercatori svedesi hanno sviluppato un semplice test in grado di rilevare rapidamente il rischio di infarto. Lo studio, pubblicato sul Journal of the American Heart Association, ha dimostrato che questo test ha lo stesso livello di accuratezza dei test del sangue e delle misurazioni della pressione arteriosa.
Il test, sviluppato grazie ai dati di più di 25.000 individui di età compresa tra 50 e 64 anni inclusi nello studio SCAPIS, consiste in 14 domande che richiedono da cinque a otto minuti per essere completate. Queste domande riguardano fattori come età, genere, peso, circonferenza della vita, fumo, pressione alta, alti livelli di grassi nel sangue, diabete e storia familiare di malattie cardiovascolari.
Tutti i partecipanti hanno avuto le arterie coronarie esaminate mediante tomografia computerizzata, che fornisce un’immagine del grado di aterosclerosi.
Confrontando le immagini del cuore con i questionari compilati dai partecipanti, i ricercatori sono stati in grado di vedere quali fattori avevano i legami più stretti con il grado di aterosclerosi.
I risultati mostrano che il test è accurato quanto un esame clinico che utilizza test del sangue e misurazioni della pressione arteriosa. Secondo lo studio, infatti, combinando le informazioni dalle risposte in uno speciale algoritmo, il test può rilevare il 65% degli individui con il più alto rischio di malattie cardiovascolari.
“Un infarto spesso arriva all’improvviso. Molte delle persone che soffrono di infarti sembrano sane e asintomatiche, ma hanno depositi di grasso nelle arterie coronarie, noti come aterosclerosi. Il nostro test permette di identificare quasi due terzi delle persone ad alto rischio di malattie cardiovascolari”, ha affermato Göran Bergström, Professore di Fisiologia Clinica presso l’Accademia Sahlgrenska dell’Università di Göteborg, medico senior presso l’Ospedale Universitario Sahlgrenska e principal investigator dello studio. “Se riuscissimo a rendere il test facilmente disponibile all’interno dei sistemi sanitari, potremmo salvare molte vite e prevenire sofferenze identificando chi è ad alto rischio di infarto o chi è attualmente sotto trattato.” conclude il Professor Bergström.