Infezioni in ospedale, quel virus è duro a morire
29 Gennaio 2024I batteri più forti delle disinfestazioni. Uno studio pubblicato sull’American Journal of Infection Control (AJIC) svolto al Central Texas Veterans Healthcare System tra giugno e luglio 2022 dimostra che la contaminazione microbica, inclusi patogeni veri e potenziali, permane sulle superfici ospedaliere ad alto contatto nonostante il rispetto dei protocolli di disinfezione.
«Abbiamo campionato 400 superfici, concentrandoci su aree frequentemente toccate da più individui come i manichini di simulazione utilizzati nell’addestramento alla rianimazione, le postazioni di lavoro su ruote, i tavoli per le pause, le sponde dei letti e le tastiere dei computer nelle postazioni degli infermieri» spiega Piyali Chatterjee, del Central Texas Veterans Healthcare System, che ha coordinato lo studio, ricordando che il rischio di contaminazione microbica sulle superfici ospedaliere, fattore ben noto nella diffusione delle infezioni, ha portato a procedure di disinfezione attentamente definite per garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori sanitari.
«Ma questi risultati dimostrano che le migliori pratiche attuali nella consueta disinfezione ospedaliera potrebbero non essere sufficienti a prevenire la diffusione di agenti patogeni provenienti da superfici ad elevato contatto» scrivono gli autori. Tant’è che tutte le superfici esaminate sono risultate positive alla contaminazione batterica, con manichini e sponde del letto che mostravano la maggiore varietà di germi. In particolare, sono state identificate 60 diverse specie batteriche, di cui 18 patogeni umani e altri patogeni potenziali in certe condizioni. Tra questi spiccano Enterococcus, Staphylococcus aureus, Streptococcus, Escherichia coli e Klebsiella aerogenes, tutti germi potenzialmente causa di patologie gravi come setticemie, meningiti ed endocarditi.
«È una continua frustrazione per gli operatori sanitari che le infezioni ospedaliere persistano nonostante la rigorosa attenzione alle pratiche di disinfezione» riprende Chatterjee. E conclude: «Questi risultati indicano che dobbiamo fare di più per proteggere la salute dei pazienti e dei dipendenti ospedalieri, adottando strategie innovative per una disinfezione più efficace delle superfici ad elevato contatto compresi i manichini di simulazione, che in genere non sono considerati un rischio perché toccati raramente dai pazienti».