Insieme per dar forza ai trapianti
21 Febbraio 2019Centro nazionale trapianti e Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva.
Si è tenuto ieri a Roma il primo corso di formazione nazionale sulla donazione di organi a cuore fermo (Dcd). Ad organizzarlo sono stati il Centro nazionale trapianti e la (Siaarti). Al centro del workshop – a cui hanno partecipato più di 100 professionisti del settore – il ruolo dell’intensivista, una delle figure chiave coinvolte nel processo di donazione di organi a cuore fermo.
A tal proposito, vale la pena di ricordare che l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha definito i due percorsi clinici che possono portare alla donazione degli organi dopo la morte accertata, rispettivamente, con criteri neurologici o cardiocircolatori. Sul punto anche la normativa italiana è di chiara lettura, individuando la morte e i criteri necessari per l’accertamento in modo del tutto indipendente dalla possibilità di donazione (la legge di riferimento è la numero 578 del 1993; il Decreto ministeriale è il 582 del 2008). Non esiste, pertanto, a livello legislativo alcuna differenza tra la donazione in morte encefalica e quella a cuore fermo.
L’iniziativa di ieri ha consolidato una forte azione congiunta tra il Cnt e la Siaarti per incrementare sempre più il pool dei donatori a cuore fermo nel nostro Paese e per estendere questa tipologia di donazione, complessa dal punto di vista organizzativo, all’intero territorio nazionale.
Tra i temi affrontati nel corso della giornata ci sono ci sono state le discussioni in merito alle tecniche e i dispositivi per la perfusione, che consentono di “trattare” l’organo prima del trapianto, preservando al meglio la sua funzione metabolica. L’incontro di ieri ha consentito anche un confronto sulle best practice italiane e sulle criticità da affrontare.
L’attività di donazione a cuore fermo in Italia è in crescita costante: secondo le prime stime sui dati dello scorso anno, nel 2018 i donatori sono stati oltre 70 contro i 55 del 2017 mentre i trapianti effettuati sono passati dai 59 del 2017 ad oltre 100 nel 2018.